Ora la Merkel è preoccupata: «I migranti possono essere un pericolo»

3 Nov 2015 16:13 - di Laura Ferrari

«I Paesi che oggi dicono di non essere colpiti dal fenomeno dei migranti, potrebbero esserlo domani». Lo ha detto Angela Merkel, parlando a Berlino alla giornata dell’industria tedesca Bdi, la locale Confindustria. La Cancelliera ha ribadito che serve una “distribuzione equa” del flusso.  «Se pensiamo in piccolo», la questione dei migranti «si trasformerà in un nuovo pericolo per l’Europa», ha aggiunto la Merkel. Il problema «non si risolve sui confini fra Germania e Austria», ha aggiunto la Cancelliera sostenendo che l’Ue deve mostrare «unità». Merkel ha poi sottolineato che al momento la crisi dell’euro è «quasi sotto controllo». Chiudendo il suo discorso alla platea degli industriali, ha aggiunto però che «passando da una crisi all’altra, l’Europa non è ancora in una situazione in cui si possono dormire sonni tranquilli. Servono molto lavoro e molta creatività». Per la Merkel «dobbiamo proteggere meglio le frontiere esterne dell’Ue», ribadendo che gli hotspots «vanno realizzati entro la fine dell’anno», facendo su questo un appello alla Grecia. Quasi un dietrofront, quello della Cancelliera, che aveva spinto finora per le frontiere aperte della Ue “senza se e senza ma”. 

La Confindustria tedesca striglia la Merkel: “Agisca sull’emergenza migranti”

Un richiamo alla Merkel e al suo vice, Sigmar Gabriel, anch’egli ospite della conferenza, è arrivato dal presidente della Confindustria tedesca Ulrich Grillo. Da qui la sollecitazione alla politica tedesca, sulla necessità di smettere di litigare sulla crisi dei profughi e di agire in modo risoluto. «Questa situazione durerà e richiederà un violento sforzo della politica, dell’economia e della società. Perciò più unità nella coalizione è indispensabile». Proprio in queste ore i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Jean Claude Juncker e Donald Tusk, hanno inviato ai 28 leader Ue una lettera per sollecitare il rispetto di tutti gli impegni – finanziari e di fornitura di personale e materiali – sul fronte della crisi dell’immigrazione presi nel vertice del 23/9 ed in quello del 19/10. Lo ha detto la portavoce Mina Andreeva, sottolineando che per Juncker il rispetto degli impegni «è un test della nostra determinazione» ed è «un test che non possiamo permetterci di fallire».

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