La rabbia della polizia: «I delinquenti sono armati, noi con le mani legate»

11 Nov 2015 8:52 - di Fulvio Carro

«Come vi difendiamo?». I delinquenti con i bastoni, gli agenti di polizia privi di tutto. E se osano reagire, finiscono pure nei guai. L’ennesima aggressione ai danni di un cittadini ha creato nuove polemiche con una parte delle Forze dell’Ordine – gli uomini in divisa iscritti al Coisp, il sindacato di polizia guidato da Franco Massari – che protesta in modo deciso. Ecco i fatti: un uomo, dopo aver effettuato un prelievo al bancomat, si è ritrovato alle spalle uno sconosciuto alto un metro ed ottanta, col volto parzialmente travisato dal cappuccio della felpa e armato di una sciabola o di un machete che gli ha intimato di consegnargli il denaro. L’uomo non ha potuto far altro che obbedire.

Il sindacato di polizia: non possiamo usare nemmeno uno spray

«Sono episodi che si verificano con una frequenza esasperante e allarmante – afferma Maccari – e rispetto ai quali non di rado ci troviamo subito coinvolti a dover fronteggiare gente pronta a tutto per i più svariati motivi. Continuiamo a doverlo fare con mezzi che non conoscono vie di mezzo e che ci costringono, in sostanza, a dover essere sempre i più esposti a conseguenze nefaste. Abbiamo tutto il diritto di pretendere una cosa talmente banale come uno spray che, inspiegabilmente, qualcuno si ostina a volerci negare». Il nodo è qui: «Continuiamo pure a sperimentare per qualche altro decennio l’utilizzo da parte delle Forze dell’Ordine dello spray antiaggressione che tutto il resto del mondo (cattivi italiani e privati compresi) usa già, tanto che fretta c’è? In fondo noi della polizia dobbiamo solo fronteggiare persone alterate, drogate, ubriache, malate, malintenzionate di ogni genere, gente che si arma con qualsiasi cosa, e che sarà mai? Per le nostre strade ci sono i rapinatori che girano persino con le sciabole e noi non abbiamo neppure uno spray al peperoncino che costa pochi centesimi! Sembra proprio una barzelletta, ma non fa per niente ridere».

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