Le iniziative di Azione Nazionale esposte in un documento politico

28 Nov 2015 19:30 - di Redazione

Durante la manifestazione al Teatro Quirino di Roma, Azione Nazionale ha presentato un documento politico articolato in sei punti dedicati ai temi su cui si appresta a svolgere proposte e iniziative politiche

Vincere la paura: fare la guerra all’Isis, non all’Islam

Un impegno diretto dell’Italia “senza se e senza ma” nella guerra contro l’Isis e un intervento militare di terra, insieme ad Europa, Stati Uniti, Russia e Paesi Arabi. Il documento impegna l’Italia a dotarsi «attraverso una legge nazionale e delibere degli enti locali» di un rapido censimento dei luoghi di culto islamico e degli imam, avviando una «verifica chiara» delle risorse raccolte presso tali centri e «il reale utilizzo» delle somme medesime. Norme «più restrittive» sul money transfer – si legge ancora nel documento – ma anche una campagna culturale «contro il pacifismo di chi non vuole neanche difendere i popoli europei dal terrorismo e le popolazioni cristiane in territorio islamico». Azione Nazionale mira poi a rafforzare il comparto della sicurezza, “cancellando i tagli degli anni passati e garantendo un contratto adeguato alle forze dell’ordine e alle forze armate”, mentre sul piano internazionale propone “la sospensione di Schengen tra tutti gli Stati europei e leggi speciali per garantire la sicurezza dei cittadini”. “Le stragi di Parigi hanno suscitato legittimo allarme” – si legge ancora nel manifesto – «e le odierne risposte, dettate dall’emergenza, sono difensive”. La lotta al terrorismo “è una battaglia non solo politica, ma anche culturale e sociale». Serve quindi un più incisivo modello di integrazione la cui parola chiave devono  essere «inclusione e identità».

Stop alle trattatve segrete Ue-Usa per l’accordo transatlantico di libero scambio

Altro tema su cui punta Azione Nazionale è lo stop alle trattative segrete Ue-Usa per l’accordo transatlantico  di libero scambio. «L’impostazione neoliberista del Trattato – si legge nel documento– disegna una totale liberalizzazione del mercato e del commercio, con clausule  che portano alla totale privatizzazione dei servizi pubblici, all’abbattimento di ogni genere di barriere commerciali e non tariffarie, fino alla messa in discussione della legislazione sociale e sul lavoro di ogni singolo paese. Il risultato più immediato è la delegittimazione internazionale di tutte le leggi poste a salvaguardia del principio di precauzione e a salvaguardia della denominazione di origine controllata dei prodotti alimentari». La proposta di moratoria è stata presentata al Consiglio comunale di Napoli con una mozione di Andrea Santoro, membro del comsiglio direttivo di Azione Nazionale. L’assemblea  partenopea ha votato all’unanimità in favore della proposta di Santoro.

Un’Italia veramente unita: riforme e progetti per nuove istituzioni

Nel documento si propone inoltre di rinegoziare a livello europeo il patto di stabilità interno per permettere agli enti locali di tornare a investire. Occorre annche «restituire allo Stato il ruolo di istituzione sovraordinata alle Regioni  e agli enti locali per grantire l’interesse nazionale e i diritti dei cittadini». Nel documento si  propongono anche «maggiori poteri ai sindaci sulla sicurezza urbana, sulla tassazione locale, sulle regole del commercio e delle attività produttive e degli enti locali». Altre proposte sono: l’obbligo di riserva del 30% per il Mezzogiorno di tutti gli investimenti pubblici;  il commisariamento ad hoc di tutte le Regioni che non  riescono a spendere almeno il 70% dei  fondi strutturali europei. Sul piano delle riforme istituzionali, nel documento si dice no al Senato delle Regioni e si rilanciano le proposte dell’elezione diretta del capo dello Stato e della convocazione di un’Assemblea costituente.

No al Jobs Act: un’alleanza tra ceto medio, imprese e mondo del  lavoro

Al quarto punto è svolta una critica severa al Jobs Act e si lancia l’idea di un New Deal italiano. «Le riforme della sinistra – si legge nel documento –   distruggono il ceto medio, le imprese e il reddito del lavoro». Il lavoro non si crea per legge, ma con politiche di sviluppo. «La strada per far ripartire il Paese non è quella di “drogare” il mercato attuale con incentivi per abbassare a tutti il costo del lavoro (…). La competitività va cercata su altri fornti, come ad esempio quello del nostro brand, della tecnologia e della ricerca avanzata».

Quoziente familiare e politica demografica

Grande spazio è dedicato nel documento di Azione Nazionale alla tutela della famiglia. «Il cuore della riforma fiscale è il quoziente familiare, non la flat tax». Con questo strumento si possono aiutare i giovani a mettere su famiglia e a combattere la natalità zero. Per Azione Nazionale c’è infatti una stretta relazione tra quoziente familiare e politica demografica. In questo senso nel documento è anche aspramente criticata la politica dei tagli alla sanità che colpisce le fasce più deboli della società.

Una destra forte e unita per far rinascere un vero centrodestra

Il punto finale del documento riguarda il rilancio della destra. Il movimento intende «ricostruire la comunità politica della destra, al di là delle cerchie ristrette e senza gli errori del passato: i personalismi, le oligarchie centrali e periferiche, la divisione in correnti militarizzate, l’abbandono della cultura politica, che ne hanno  minato a poco a poco lo spirito comunitario, l’apertura alla partecipazione e la capacità di adattamento ai bisogni della società». Azione Nazionale propone quindi di utilizzare lo strumento delle primarie per scegliere il candidato a premier, a sindaco, a presidente di Regione e per formare le liste elettorali. Il movimento lavorerà per presentare liste civiche di sostegno ai candidati di centrodestra nelle prossime elezioni comunali.

 

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