I casalesi vendevano armi agli estremisti islamici: retata in tutta Italia

13 Nov 2015 8:28 - di Redazione

Un traffico di componenti di aerei, elicotteri e fucili mitragliatori con i Paesi, come Somalia, Libia e Sudan, dove il terrorismo islamico ha profonde radici: ecco i nuovi affari dei Casalesi che l’inchiesta della Dda di Napoli ha scoperto e che apre scenari inquietanti. Le indagini sono concentrate su un’organizzazione che si occupava anche dell’arruolamento di mercenari. Nell’indagine sono coinvolti – scrive “Il Mattino” – un imprenditore ritenuto vicino al clan e un ex ambasciatore.

I Casalesi in affari con Somalia e Libia: operazione della Dda di Napoli

Potrebbe essere uno dei nuovi grandi affari in cui si è lanciata la criminalità organizzata. Di certo c’è un filo che collega personaggi in odore di camorra a imprenditori, mediatori d’affari, ex militari dell’esercito ed ex ambasciatori, e intreccia i loro interessi attorno a un presunto traffico di armi, componentistica militare, aerei e elicotteri destinati ai Paesi africani dove c’è la guerra e attorno al reclutamento di mercenari da addestrare in Africa e possibili contatti con cellule del terrorismo internazionale. È un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli a indagare su questi sospetti. Ieri, per capirne di più e acquisire documenti e dati, i pm Catello Maresca e Maurizio Giordano, titolari del fascicolo con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, hanno disposto 30 perquisizioni in mezza Italia.

Indagine sui rapporti dei Casalesi, ma gli indagati per lo più in Veneto

È in Veneto che si concentra il maggior numero degli indagati. Al momento sono una cinquantina i nomi iscritti nel registro di inchiesta. Tra loro ex militari e presunti faccendieri. Persino un somalo sospettato di legami con ambienti del terrorismo islamico. E non solo. L’indagine perlustra anche ambienti diplomatici. È così che tra i destinatari del decreto di perquisizione spiccano i nomi di un ex ambasciatore italiano in Armenia e di un ambasciatore africano in Italia: quest’ultimo si sarebbe per ora opposto alla perquisizione appellandosi a garanzie che il suo ruolo gli consente. In Campania le perquisizioni si sono concentrate tra Napoli e Caserta e, per gli inquirenti, hanno interrotto nuove attività per l’addestramento dei mercenari in campi militari del continente nero.

 

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