Draghi: «I giovani vere vittime della crisi. Un nuovo patto per l’euro»

5 Nov 2015 15:18 - di Niccolo Silvestri

«Abbiamo bisogno di un nuovo patto che impedisca il riemergere delle sfide appena affrontate e che, soprattutto, rafforzi l’architettura costituzionale dell’area dell’euro». A parlare è il presidente Bce, Mario Draghi, e la cornice è quella dell’Università Cattolica di Milano dove è stato inaugurato il nuovo anno accademico. Platea di studenti, dunque, che Draghi “cattura” immediatamente dedicando proprio ai giovani l’incipit del proprio intervento: «Tutti – spiega il governatore –  ma specialmente le generazioni più giovani hanno pagato un prezzo molto elevato della crisi di questi anni».

«Inaccettabili i dati sulla disoccupazione giovanile»

L’analisi di Draghi scava in profondità e avverte: «La vita adulta degli studenti qui riuniti oggi è stata segnata dalla crisi: una crisi finanziaria globale di una dimensione che molte generazioni, più fortunate, non hanno mai dovuto sperimentare». La conseguenza del «prezzo» salato pagato dalla venerazione attuale sta nel «numero inaccettabile dei disoccupati, tra cui molti, troppi sono giovani». Ma Draghi ha sfruttato l’occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico anche per ricordare che la crisi economica  – da cui «stiamo gradualmente uscendo» nonostante un «quadro macroeconomico ancora incerto» – ha illuminato gli «squilibri» accumulatisi negli anni precedenti, «certamente a causa dei gravi errori nelle politiche economiche degli Stati nazionali, ma anche a causa di manchevolezze nell’architettura istituzionale europea».

Draghi: «Possibili nuove misure a sostegno della ripresa»

Per il resto, Draghi dà appuntamento al prossimo dicembre, mese in cui si riunirà il board della Bce. Se per quel mese – avverte –  il piano di politica monetaria fin qui adottato non dovesse risultare efficace, allora la Bce esaminerà «le modalità con cui intensificarlo». Finora la “cura Draghi” ha funzionato. «Dobbiamo tuttavia valutare – ha concluso il capo dell’Eurotower – se, con l’indebolirsi dell’economia mondiale, esso sia anche efficace nel contrastare le spinte avverse che potrebbero ostacolare un ritorno alla stabilità dei prezzi nel medio termine».

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