Croazia alle urne: il centrodestra dell’Hdz vince sui socialdemocratici

9 Nov 2015 12:08 - di Martino Della Costa

Croazia alle urne, dagli exit poll di domenica ai dati aggiornati ai risultati delle schede scrutinate, arriva la conferma del sorpasso del centrodestra guidato da Tomislav Karamarko che rivendica il vantaggio con 60 deputati, su di un totale di 151 che compongono il Parlamento di Zagabria. Il centrosinistra del premier uscente, Zoran Milanovic, segue a breve, ma determinante distanza. Entrambi gli schieramenti hanno sperato fino all’ultimo di poter formare il futuro governo che, invece, dipenderà dall’appoggio di un terzo partito, Most (Il Ponte), formazione centrista formata pochi mesi fa da personalità influenti nelle loro comunità locali, che chiedono riforme in tutti i settori della società, in particolare dell’economia. Il Ponte esce dalle urne come la terza forza politica nel Paese. L’affluenza ai seggi è stata buona: stando ai dati, ha votato circa il 60,06% dei 3,8 milioni degli aventi diritto.

Croazia alle urne: centrodestra in volata

Lo spoglio delle elezioni politiche svoltesi domenica in Croazia ha visto da subito l’opposizione di centrodestra in vantaggio sui socialdemocratici al governo, con uno scarto però insufficiente a formare un esecutivo monocolore che prospetta giorni, e forse settimane, di incertezza politica dettata dalla ricerca di nuove coalizioni parlamentari. È un fatto, però, che già in base a quello che era il 15% delle schede scrutinate, il centrodestra guidato da Tomislav Karamarko otteneva 63 mandati sul totale di 151 in parlamento, contro i 52 dei socialdemocratici del premier uscente Zoran Milanovic. Con 17 parlamentari, invece, si attestava già come terza forza il partito Most (Il Ponte), formazione centrista formata alcuni mesi fa. A dispetto di numeri e riscontri, calcoli percentuali e previsioni, la situazione a Zagabria è stata a più riprese definita «fluida»: forse perché gli ultimi exit poll diffusi alla chiusura dei seggi avevano indicato un testa a testa fra i due principali schieramenti, con 56 seggi ai socialdemocratici e solo uno in più al centrodestra: un pareggio che si è poi aggiornato allo spoglio.

Most (Il Ponte) sarà l’ago della bilancia?

Un’affermazione, quella del centrodestra alle politiche in Croazia, annunciata da tempo: non a caso, per esempio, già pochi mesi fa in tutti i sondaggi i conservatori dell’Hdz risultavano avanti di circa dieci punti percentuali rispetto ai socialdemocratici. Da quando nel 2012 Karamarko ha preso le redini del partito, l‘Hdz ha rinnovato dalle fondamenta struttura e immagine del partito, spostandosi verso destra e continuando a richiamarsi ai valori nazionalisti della guerra per l’indipendenza degli anni Novanta. Una propaganda politica e amministrativa che ha trovato terreno fertile anche stante i deludenti risultati economici del governo, nettamente negativi, e che hanno indotto il premier Milanovic a optare per una campagna aggressiva e populista che oggi, però, non ha dato i frutti da lui sperati. Per il centrosinistra, infatti,  il risultato, oltre che cedere il passo alla forza di centrodestra, risulta anche di molto inferiore rispetto alle elezioni di quattro anno fa, quando ebbe 80 deputati in parlamento. Non solo: fra i due principali contendenti come terza forza politica è spuntata, a sorpresa, una formazione fondata sei mesi fa in fretta e furia, da sindaci, intellettuali e personalità poco note, senza un programma politico chiaro, e che rifiuta di rispondere a domande sui valori etici o ideologici o di dire se sono più vicini alla destra o alla sinistra. Il partito Most (Il Ponte), appunto, che nelle proiezioni ottiene ben 19 deputati, cruciali per la futura maggioranza. E non è ancora tutto: con un colpo di scena a sorpresa, appena venerdì scorso il loro, Boz Petrov, ha firmato dal notaio una dichiarazione nella quale si impegna a non coalizzarsi con nessuno dei due partiti principali: dunque, a risultati elettorali confermati, la sfida che si prospetta è quella di una possibile ricerca di assetti politici ed equilibri governativi tutti da definire.

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