Roma tra paura e caos: anche la Fiom in piazza, in attesa degli islamici

21 Nov 2015 14:26 - di Redazione

Doppio appuntamento blindato a Roma, già sfiancata dallo stop and go di minacce terroristiche in un valzer di “falsi allarme” quotidiani. La mattina di sabato si apre con il corteo della Fiom-Cgil per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici e contro la legge di stabilià. Il serpentone, guidato dal leader della Fiom Maurizio Landini, è partito da Piazza della Repubblica per sciogliersi a Piazza del Popolo, a due passi dal cuore politico della Capitale. Nel pomeriggio saranno gli islamici moderati dell’Ucoii a scendere in piazza tra fiaccole e striscioni per la manifestazione Not in my name in piazza Santi Apostoli.

La Fiom al grido di Unions

Il corteo della Fiom ha protestato al grido di “Unions! Per giuste causer”.  Alla manifestazione, che è anche contro il terrorismo e per la pace, hanno preso parte alcune migliaia di persone, sventolando bandiere del sindacato, ma anche striscioni contro il governo e per il lavoro. Immancabili le bandiere rosse e quelle arcobaleno. «Contro le guerre. Io non ho paura» è lo striscione che ha aperto il corteo con in testa Landini. Tra gli altri, oltre alla leader della Cgil, Susanna Camusso, era presente anche Stefano Fassina, tra  fondatori di Sinistra Italiana.

Il terrorismo no pasaran

«Il terrorismo non passerà, non riuscirà a limitare le nostre libertà», ha scaldato la piazza Landini, «la risposta al terrorismo  deve essere la pace, la democrazia, l’estensione dei diritti della persona: la guerra non può essere la risposta e bisogna dire chiaramente a tutti i Paesi: basta vendere le armi». Nulla di particolarmente originale per il leader dei metalmeccanici in piazza. Rispettate tutte le parole d’ordine della vigilia.

Camusso: l’Europa dorme

«L’Europa, davanti a problemi complessi, dimostra di non avere una strategia, una capacità di agire unitariamente», ha incalzato Susanna Camusso, a margine del corteo della Fiom. «L’unica leva che si muove è quella del bilancio, ma non è una politica, è semplicemente garantire l’autonomia dei singoli Stati, ma questo credo sia insufficiente per affrontare una stagione così difficile». Critica sul divieto di manifestazioni in Francia, ha spiegato che anche se Parigi «si sente in una situazione di emergenza e ha bisogno di rassicurare i cittadini, credo che non si possa mai limitare la libertà perché significa dare ragione a chi vuole la logica delle armi». Sulla reazione del governo italiano, invece, la Camusso ha detto che Renzi ha mandato messaggi giusti, da un lato, come scelte precise sulla sicurezza e per evitare la diffusione del panico. «Ma credo però  che bisogna fare di più, deve essere l’Europa a prendere in mano la situazione perché è lei il vero assente di questa lunga stagione. Ancora prima degli attentati l’Europa non aveva una politica estera».

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