Il Cairo alla fine è costretto ad ammetterlo: «L’aereo è esploso in volo»

7 Nov 2015 18:42 - di Tito Flavi

Il Cairo alla fine lo ammette: l’aereo è esploso in volo. Dopo la presa di posizione di Londra, Washington e Mosca, il governo egiziano alla fine esce dalla reticenza cui si era rinchiuso nei giorni scorsi. “L’enorme disposizione dei detriti al suolo dell’aereo russo precipitato in Sinai dimostra che il velivolo si è distrutto quando era ancora in volo”. Lo ha confermato la Commissione d’inchiesta nominata dal governo de Il Cairo. “Dalle scatole nere si sente un rumore all’ultimo secondo della registrazione vocale che è ancora in corso di analisi. Il comitato sta considerando tutti i possibili scenari ma fino ad ora non è giunto ad una conclusione definitiva”. A riferirlo è il presidente della commissione , Ayman al-Muqaddam. “La registrazione delle scatole nere dell’aereo russo si è arrestata 23 minuti dopo il decollo quando l’aereo era a 30mila piedi di altitudine”, ha aggiunto al-Muqaddam. “Siamo ancora nella fase della collezione dei dati e delle informazioni. I detriti dell’aereo sono stati trasportati in un luogo sicuro al Cairo per essere esaminati da esperti”, ha aggiunto, precisando che “nei prossimi giorni saranno fatte ulteriori visite sul luogo del disastro”.

Già in precedenza, una fonte vicina all’inchiesta aveva indicato a giornalisti francesi che l’analisi delle due scatole nere dell’aereo, incrociata con i rilievi sul luogo dell’incidente e l’esperienza degli inquirenti, consentiva di “privilegiare in modo netto” l’ipotesi dell’esplosione di una bomba. “Tutto era normale” fino al 24/o minuto di volo, poi le due scatole nere hanno all’improvviso smesso di funzionare. Sintomo  di “un’improvvisa depressurizzazione esplosiva”. La tesi del “dispositivo pirotecnico”, secondo un’altra fonte, è invece suffragata dalle foto che mostrano alcuni dei rottami dell’aereo colpiti da diversi impatti in direzione dall’interno verso l’esterno dell’apparecchio. Va infine segnalata la tesi di un ex ufficiale dei servizi segreti britannici, James Abernethy, secondo il quale esplosione che avrebbe causato la caduta dell’aereo russo nel Sinai non sarebbe stata provocata da una bomba tradizionale, bensì da un dispositivo esplosivo come una bombola di gas. Esplosa nella stiva a 31.000 piedi di altezza, la bombola avrebbe fatto disintegrare l’aereo.

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