Boeri sfida Renzi: pensione anticipata a 63 anni e reddito minimo

6 Nov 2015 8:37 - di Redazione

In pensione anticipata con correzione attuariale sull’assegno a 63 anni e 7 mesi di età, 20 anni di contributi e avendo maturato un importo minimo di 1.500 euro. L’introduzione di un reddito minimo (Sostegno di inclusione attiva) per gli over 55enni rimasti senza impiego. Il ricalcolo per tutte le pensioni retributive con reddito pensionistico superiore a 3.500 euro e ricalcolo anche per i vitalizi. E, ancora, interventi di semplificazione per le contribuzioni aggiuntive e di unificazione delle prestazioni.

Da Boeri stop ai vantaggi riconosciuti alle contribuzioni dei dirigenti sindacali.

Eccola l’ormai famosa “ultima riforma” delle pensioni firmata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, e per il momento accantonata dal Governo. Il testo completo della proposta di policy è stato pubblicato ieri sul sito dell’Istituto e arriva dopo le uscite pubbliche degli ultimi giorni di Boeri, con tanto di critiche più o meno esplicite dell’economista milanese per le misure «ancora una volta parziali» sulla previdenza che sono entrate nel disegno di legge di Stabilità. Nel documento di 69 pagine, intitolato “Non per cassa ma per equità”, si propone un ventaglio di interventi (16 articoli con tanto di note tecniche e stime finanziarie elaborate con il modello di simulazione Inps) sicuramente destinati a far discutere. Come sicuramente ha fatto subito discutere l’iniziativa di Boeri, senza precedenti istituzionali, e che arriva a conclusione del ciclo di audizioni tecniche sulla manovra all’esame della commissione Bilancio del Senato.

Diffusione delle proposte è stata concordata e che non c’è alcuno «scontro» con l’Inps.

Una posizione confermata anche dal ministero del Lavoro con una nota emanata in serata: «Contributo utile ma si è deciso di rinviare perché quel piano, oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi». L’uscita sarebbe stata decisa – Spiega “il Sole 24 ore” – in un’ottica di trasparenza per consentire di rendere pubblica una proposta che ha il carattere di un intervento sistemico e che non ha una ricaduta negativa sul debito pensionistico. In ogni caso la proposta Boeri non sarà, almeno in toto, quella che il Governo conta di presentare nel 2016.

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