Alfano blinda l’Italia ma ora ammette: «Rischio infiltrazioni concreto»

14 Nov 2015 16:17 - di Giorgia Castelli

Settecento militari subito nelle strade di Roma e rafforzati i controlli su frontiere e tutto il territorio italiano. Angelino Alfano, dopo aver fatto entrare senza controlli migliaia di immigrati e avere sottovalutato l’allarme lanciato da mesi dal centrodestra, ora blinda l’Italia  e ammette che il rischio infiltrazioni non può essere escluso. A conclusione del Comitato per l’ordine e la sicurezza organizzato dopo i sanguinosi attacchi terroristici di Parigi, il ministro dell’Interno in conferenza stampa ha illustrato ai giornalisti le misure adottate dal governo. «Abbiamo assunto due decisioni essenziali – ha detto – un rafforzamento straordinario dei controlli sul territorio e un rafforzamento dei controlli alle frontiere. E abbiamo reso immediatamente operativa la disponibilità di 700 militari in più per Roma».  Il ministro ha, poi, spiegato: «Abbiamo elevato il livello di sicurezza, lo abbiamo portato al secondo livello che comporta la possibilità di coinvolgimento delle forze dei corpi speciali dell’esercito. Nessun Paese è a rischio zero». Per quanto riguarda i rischi legati al Giubileo ha sottolineato: «Il Papa non viene in Italia per il Giubileo. Lo speciale rischio terrorismo a Roma l’abbiamo sempre considerato proprio per la presenza del Papa. Un’ulteriore valutazione sulla sicurezza della Capitale in previsione del Giubileo sarà fatta entro il 20 novembre».

Frontiere, immigrazione e carceri

Nel dettaglio ha puntualizzato che sono stati rafforzati in particolare i «controlli alla frontiera con la Francia per evitare che si verifichino transiti che possono danneggiare le delicate indagini in corso. La vigilanza è strettissima. Lo stesso faremo su tutti i valichi con controlli su strade, ferrovie, porti e aeroporti». Quanto all’immigrazione ha ammesso finalmente che il rischio c’è e che «sarebbe contro-intuitivo escludere che ci possa essere qualche infiltrazione». Ma sul punto che cosa è stato fatto dal governo? Le risposte che arrivano da Alfano sono elusive. L’ultima misura riguarda il controllo delle carceri: con «il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è stato deciso di rafforzare i controlli e il monitoraggio per ridurre il rischio proselitismo».

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