Abusi su 2,5 milioni di donne anziane. Un “Telefono Argento” per difenderle

24 Nov 2015 18:36 - di Francesca De Ambra
rapina

Una volta il dilemma ruotava sul dove mettere il vecchietto. Oggi il problema è a chi affidarlo, soprattutto quando i capelli bianchi coprono la testa di una “lei” piuttosto che di un “lui”. E già si pensa ad un Telefono Argento per difenderle. Doppiamente fragili per età e per genere, sono infatti oltre 2 milioni e mezzo le donne anziane vittime di abusi e maltrattamenti. Che siano fisici, psicologici o verbali, episodi di questo tipo sono aumentati del 150 per cento in dieci anni e troppo spesso, per vergogna o per paura, vengono taciuti. A lanciare l’allarme, alla vigilia della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, sono gli esperti della Sigg (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria).

Il presidente dei gerontologi: necessario un Telefono Argento 

Si tratta quindi di numeri che peccano per difetto. «Manca un quadro preciso del fenomeno», ha spiegato il presidente Nicola Ferrara. Ma, secondo stime della Società stessa, «sarebbero 2.800 le donne anziane vittime di violenze sessuali, 600.000 quelle di truffe finanziarie, 25.000 quelle di violenze in strutture sanitarie». A questi casi si aggiunge il sommerso, tanto che gli episodi reali potrebbero essere almeno quattro volte quelli denunciati.

I rischi maggiori si corrono dentro casa

Strano a dirsi ma non a credersi, i rischi maggiori si corrono all’interno della propria abitazione: badanti, vicini di casa e operatori sanitari sono i più frequenti aggressori. La metà dei caregiver (letteralmente donatori di assistenza) – ha osservato Marco Trabucchi, presidente Associazione Italiana di Psicogeriatria (Aip) – spesso anche a causa di un eccessivo carico di lavoro in condizioni rese difficili da questo tipo di assistenza,«ammette di aver operato un qualche abuso, dall’alzare la voce a forme più gravi». Per contrastare il fenomeno – è la proposta di Ferrara – «si potrebbe istituire un Telefono Argento per raccogliere le richieste d’aiuto».

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