Scontrini fuori controllo: anche le cene di Renzi al vaglio della Corte dei conti

13 Ott 2015 9:34 - di Adele Sirocchi

Non ci sono solo le cene di Marino a far discutere. Anche gli inviti al ristorante fatti da Matteo Renzi in qualità di sindaco di Firenze presto saranno al vaglio della Corte dei conti della Toscana. Sarà aperto infatti un fascicolo sul contenuto dell’intervista rilasciata da un ristoratore fiorentino a Il Fatto Quotidiano e pubblicata sotto il titolo: “Renzi era sempre qui, fatturavo al Comune”. Parlando degli anni in cui l’attuale premier era sindaco di Firenze, il ristoratore afferma, tra l’altro: “Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un’infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune”. Fonti vicine al premier hanno spiegato “che le spese di rappresentanza sostenute negli anni in cui l’attuale premier era presidente della Provincia e sindaco di Firenze non solo sono documentate al dettaglio, ma sono state già analizzate, nel corso degli anni, da diversi livelli di controllo”. ‘Travolto’ dal clamore mediatico, il giorno dopo la pubblicazione dell’intervista, il ristoratore fiorentino ha preferito non tornare sull’argomento. “Non rispondo, non parlo con nessuno, non dico proprio nulla – si è limitato a dire a chi lo ha contatto – E’ tutto il giorno che squilla questo telefono. Lasciatemi lavorare, per favore, lasciatemi in pace”.

Polemica a Palazzo Vecchio

Ma la polemica a Palazzo vecchio non si spegne. Sel, che ormai è il partito di riferimento di Ignazio Marino, chiede al sindaco Nardella, renziano di ferro, di rendere “trasparenti” tutti gli scontrini delle spese di rappresentanza. Dopo ciò che è avvenuto a Roma con Marino è il minimo, anche perché chi di scontrino ferisce di scontrino perisce…

I procedimenti alla Corte dei conti

Contro Renzi ci sono già stati due procedimenti della Corte dei conti: uno si è risolto bene per il premier, in un altro – tuttora in corso – Renzi è accusato di aver provocato un danno erariale con la nomina di quattro direttori generali, sempre quando era presidente della Provincia di Firenze.

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