Renzi lancia l’esca del presidenzialismo. Ma l’opposizione non abbocca

6 Ott 2015 17:27 - di Francesca De Ambra

«Affronteremo probabilmente il nodo del presidente della Repubblica, recependo le istanze e le proposte dell’opposizione». L’impegnativa dichiarazione arriva direttamente dal governo e a pronunciarla è il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti, durante un intervento sul ddl Boschi sulle riforme costituzionali in discussione al Senato. Di più, almeno al momento in cui scriviamo, Pizzetti non ha detto. Ma quel poco che ha detto appare sufficiente a riaccendere la speranza dei presidenzialisti del centrodestra ma anche a rinfocolare le polemiche di quanti, nello stesso Pd, in Sel e tra i grillini, considerano una sciagura (chissà poi perché) l’elezione diretta del capo dello Stato.

Il sottosegretario Pizzetti “apre” al presidenzialismo

È infatti fin troppo evidente che una soluzione del genere farebbe senz’altro convergere l’opposizione – Forza Italia e FdI-An su tutti e probabilmente anche la Lega di Salvini – ma farebbe da detonatore alle polemiche interne al partito di maggioranza relativa, sempre più stressato dall’asse di Renzi con Verdini e dal crescente protagonismo dell’ex-plenipotenziario di Berlusconi nell’approvazione delle riforme costituzionali. L’introduzione del presidenzialismo sarebbe per loro la classica goccia capace di far traboccare il vaso. Anche questo spiega la circospezione con cui lo stesso Pizzetti ha lanciato l’annuncio. Anzi, non è per nulla escluso che nelle prossime ore possa seguirgli una precisazione se non addirittura una smentita.

Forza Italia annuncia «resistenza passiva»

Sul fronte delle riforme, intanto, nell’aula del Senato resta teso il clima tra maggioranza e opposizione. A tenere banco in queste ore è la norma tansitoria del ddl Boschi sulla legge elettorale per il nuovo Senato, quello disegnato dall’articolo 2 approvato sabato scorso. Attraverso il capogruppo Paolo Romani FI accusa il governo di «totale indisponibilità» e annuncia la «resistenza passiva» dei suoi senatori. In pratica i parlamentari forzasti si limiteranno alle sole dichiarazioni di voto finali sull’art. 10, sul quale sono previsti tre voti segreti. Non è escluso che Forza e Lega rappresenteranno la loro insoddisfazione direttamente al presidente Mattarella. La risposta del governo è affidata ancora a Pizzetti: m quale chiusura – è il senso della replica del sottosegretario – è l’opposizione ad essere «sorda» alle nostre aperture.

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