Putin: «I terroristi sono sempre di più, dobbiamo reagire. Chi dorme, si svegli»

16 Ott 2015 11:35 - di Bianca Conte

I «terroristi di ogni tipo» sono sempre di più, e l’esercito dell’Isis è una realtà in continua espansione. Una verità innegabile – come quella che rimanda ai fianziamenti miliardari che arrivano ai miliziano jihadisti del terrore dal petrolio – confermata una volta ancora da Vladimir Putin che, in un vertice tenuto in Kazakhstan dalla Csi (la comunità degli stati indipendenti sorta dalle ceneri dell’Urss), ha ribadito che sarebbero dalle 5000 alle 7000 le persone provenienti dalla Russia e dai Paesi della stessa Csi al momento al fronte per l’Isis. «Noi certamente non possiamo consentire che applichino a casa nostra l’esperienza acquisita in Siria», ha quindi osservato il numero uno del Cremlino, sottolineando l’importanza della cooperazione nella lotta al terrorismo.

Putin, i terroristi sono sempre di più

Non solo: parlando al summit kazakho, Putin ha anche ammonito i leader della Csi contro il rischio di una espansione della minaccia terroristica in Asia centrale, a partire dall’Afghanistan, dove la situazione è «vicina alla criticità». «I terroristi di ogni tipo – ha ricordato il leader russo – ottengono sempre più influenza, e non nascondono i loro piani di ulteriore espansione; uno dei loro scopi, infatti, è penetrare nelle regioni dell’Asia centrale. Dobbiamo essere pronti a reagire in modo coordinato a questo scenario», ha dichiarato Putin nel corso del vertice kazakho tenuto a Burabai, non dimenticando peraltro di sottolineare la valenza estremamente positiva dei raid russi mirati contro l’Isis in Siria, riferendo con soddisfazione militare come siano stati fin qui distrutti decine di centri di comando, e uccisi centinaia di pericolosi militanti. Da notare, infine, come le parole di Putin arrivino all’indomani dell’annuncio di Obama di mantenere circa 9800 militari in Afghanistan nel 2016, e altri 5500 per il 2017.

Arrestato un hacker: passava all’Isis segreti militari Usa

E a proposito di terroristi “di ogni tipo” e di risposte Usa al problema, in queste ore si è diffusa la notizia secondo cui le autorità statunitensi avrebbero arrestato un hacker, Ardit Ferizi, nativo del Kosovo ma residente in Malaysia, con l’accusa di aver rubato informazioni personali dei militari americani per passarle poi all’Isis. A riferirlo prima dei media concorrenti è stata la Cnn, che ha anche citato il Dipartimento di Stato. I dati, che includevano indirizzi e foto di almeno mille tra soldati e impiegati federali, sono stati rubati da Ferizi, che aveva hackerato il sistema informatico di un’azienda americana, per poi passarli a Junaid Hussein, un hacker britannico attivo sui social media, dove reclutava occidentali per farli aderire allo Stato islamico. Nell’agosto scorso, i militari Usa hanno annunciato che Hussein è rimasto ucciso in un raid aereo in Siria. Per gli americani era un esponente di spicco del cosiddetto “cyber-califfato», responsabile di attacchi on line sui siti governativi degli Usa, Francia e altri Paesi. Le autorità della Malaysia hanno accettato di far estradare Ferizi negli Stati Uniti, dove sarà incriminato per reati legati al cyber crimine.

Islam, sequestrati in Tunisia 25 tonnellate di libri “estremisti”

E dai terroristi al fronte all’indottrinamento e formazione di terroristi in erba: un’Unità della Guardia nazionale tunisina ha sequestrato in un magazzino della città costiera di Mahdia 25 tonnellate di libri dal contenuto islamico estremista, provenienti da un paese arabo. Per questo, è stato arrestato in queste ore il proprietario del magazzino, l’ex presidente dell’Associazione islamica Sanabel El-Khir, dissolta dall’autorità giudiziaria nel 2014. Lo ha reso noto un comunicato del ministero dell’Interno tunisino indicando che, nel corso dell’interrogatorio, il fermato ha dichiarato di voler distribuire i libri nelle scuole, nei licei e nelle moschee della regione. Le autorità hanno avviato un’inchiesta per scoprire chi abbia fatto entrare i volumi incriminati nel Paese.

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