Massacrate due cinesi, Pordenone capitale della “nera”: sei delitti in 7 mesi

13 Ott 2015 14:04 - di Robert Perdicchi

Chi l’avrebbe detto, la tranquilla Pordenone si scopre nuova capitale della cronaca nera con sei omicidi in sette mesi. L’ultimo, efferato, ai danni di due donne di origine cinese, trovate morte nel loro appartamento in viale Marconi, nel centro della città. Fermato nelle ore successive al delitto ol presunto assassino, Yongxin Wu (nella foto), 57 anni, anch’egli di origini cinesi, consuocero della vittima più anziana e socio in affari di entrambe nella gestione di un bar che si trova poco distante dal luogo del delitto.

A Pordenone una scena horror

La persona sospettata dell’efferato crimine – nell’appartamento c’era sangue ovunque, con le vittime colpite al collo con un’accetta e un coltello – era arrivato nel capoluogo friulano ieri sera in treno, proveniente da Milano. Subito dopo aver consumato il delitto, l’uomo è stato bloccato in strada dal genero – nonché figlio e fratello delle vittime – con cui è nata una colluttazione, per sedare la quale alcuni passanti avevano chiesto l’immediato intervento delle forze dell’ordine. Appena notati abiti e mani sporchi di sangue, gli agenti hanno capito che era stato compiuto un massacro: appena varcato la soglia dell’appartamento ne hanno avuto la conferma. «Nell’abitazione di Pordenone dove è avvenuto la scorsa notte il duplice delitto abbiamo trovato una scena macabra, con sangue ovunque e l’arma del delitto era ancora sul tavolo, probabilmente trovata in cucina», hanno riferito gli investigatori di Polizia e carabinieri intervenuti dopo l’omicidio delle due cittadine cinesi da parte del consuocero, arrestato poco dopo. Nell’abitazione risiedevano anche il genero e la figlia dell’assassino (la coppia ha due bimbi piccoli), che non erano presenti al momento dell’aggressione, avvenuta con un utensile solitamente in uso ai macellai, molto simile a un’accetta. Numerosi i colpi inferti alle vittime, si ipotizza una ventina, fendenti che le hanno raggiunte in tutto il corpo. A causa della violenza dell’aggressione e della dinamica, la vittima più giovane è stata praticamente decapitata. Quando l’assassino è uscito dall’abitazione ha incontrato la figlia, che era assieme ai figli piccolissimi, e l’ha diffidata dal salire nell’appartamento dove ha raccontato di aver commesso una mattanza. «Quanto accaduto – ha affermato il Questore vicario di Pordenone, Ciro Pellone – non deve far pensare che esista un allarme sociale in atto. I delitti che si sono succeduti in pochi mesi sono assolutamente scollegati».

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