Nuove moschee? Londra dice no. Solo in Italia è vietato persino pensarlo

28 Ott 2015 9:08 - di Franco Bianchini

Nuova e probabilmente definitiva bocciatura per il progetto della gigantesca moschea di Abbey Mills, che avrebbe dovuto sorgere nell’East London e diventare la più grande di tutto il Paese. Secondo i media britannici infatti il governo conservatore di David Cameron ha bloccato la sua costruzione da parte della setta islamica Tablighi Jamaat, accusata di diffondere l’integralismo e la segregazione dei sessi. Già nel 2012 la commissione edilizia di Newham, il distretto londinese scelto per ospitare l’immenso luogo di culto con una capacità di 9000 fedeli e un “indotto” di diecimila persone, si era infatti pronunciato per lo stop. I rappresentanti di Tablighi Jamaat avevano fatto ricorso ma pare proprio che il governo voglia impedirne in tutti i modi la costruzione, soprattutto dopo il giro di vite lanciato dal premier David Cameron contro l’integralismo islamico, rivolto in primo luogo a fermare il fenomeno dei giovani che partono alla volta della Siria per unirsi all’Isis.

In Italia vietato criticare le moschee

In Italia, invece, ogni qualvolta è stato posto il problema dei rischi collegati ad alcune moschee o alle parole degli imam che non vengono pronunciate in italiano e quindi difficili da controllare, è scoppiato l’inferno, con la sinistra in trincea per difendere ragioni dettate dalla demagogia. Basta ricordare i commenti di fuoco contro il blitz della Lega che a Torino ha smantellato il centro di preghiera allestito in Comune per gli ospiti musulmani di un convegno sulla moda islamica. «Nulla contro la religione musulmana, ma il Comune è luogo laico e istituzionale», aveva affermato l’esponente del Carroccio Fabrizio Ricca pubblicandoi su Fb il video della rimozione del tappeto di preghiera. Il Pd aveva replicato: «Grave offesa per tutti».

Stesso copione in Lombardia, polemiche infinite sulla decisione del governo Renzi di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge della Regione Lsui nuovi luoghi di culto, la cosiddetta legge “anti-moschee”. La legge, che contiene nuove norme urbanistiche più stringenti sull’apertura di nuovi luoghi di culto nella regione, aveva suscitato diverse polemiche, sfociate poi nel ricorso dell’opposizione di centrosinistra accolto dal governo. Situazione simile a Roma, con le proteste sulle moschee più volte al centro dell’attenzione delle forze di polizia. Non tutte sono da etichettare come moderate. E anche qui divieto di critica. In Italia è una bestemmia anche chiedere controlli.

 

 

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