Negli ultimi 15 anni la vita degli italiani è molto cambiata. In peggio

9 Ott 2015 17:46 - di Carlo Ciccioli

Forse non ci si è resi conto di come sta cambiando radicalmente la vita degli italiani da questi primi quindici anni del ventunesimo secolo. Iniziamo dalla sicurezza: la criminalità era circoscritta a una precisa area sociale e del territorio, sia nelle città che nelle aree geografiche. Esempio: la mafia era in Sicilia e la criminalità diffusa riguardava soprattutto gli italiani. Oggi le attività mafiose sono diffuse ovunque nel territorio nazionale, le organizzazioni criminali hanno “filiali” ovunque ci sia la possibilità di gestire soldi e i delinquenti si dividono addirittura in bande etniche, come gli albanesi, i rumeni, i sudamericani, i marocchini, gli egiziani, i senegalesi, i nigeriani, ecc.

Vita condizionata dalla criminalità

Ognuno porta avanti precise attività che vanno dalla prostituzione ai furti negli appartamenti, dai sequestri nelle ville al traffico di stupefacenti (rigorosamente diviso per sostanze, cioè la cocaina, l’eroina, l’hashish”, le droghe sintetiche), ai furti di rame o al traffico di auto rubate, o all’accattonaggio, ai capi di abbigliamento contraffatti, o ultimamente anche all’importazione illegale di animali esotici. Si tratta ormai di una vera e propria economia “alternativa” che incide sull’economia legale spesso mettendola in crisi. Addirittura viene messa soppiantata la stessa criminalità italiana, per esempio la prostituzione italiana è pressochè scomparsa, cosi come le bande criminali italiane sopravvivono solo in territori ristretti perché le controllano quasi militarmente, come la Calabria, la Campania e parti della Puglia.

Il grave impoverimento anche culturale

Il risultato è che la comunità italiana, quella sana, non ha più libertà di presenza in particolari quartieri e arriva persino a cedere le attività commerciali dove non può resistere. Era rarissimo che un benzinaio, o un orefice, o un imprenditore uccidesse un delinquente per difendersi, oggi questo avviene quasi settimanalmente tra l’approvazione generale dell’opinione pubblica, senza critiche, se non quelle dei soliti intellettuali buonisti. La scuola pubblica sempre più, nei settori maggiormente competitivi, viene sostituita da Università private (Bocconi, Luiss, Iulm) per non parlare dei Master che ormai sono prevalentemente privati (a cominciare da quelli del Sole 24 Ore) così come le strutture sanitarie d’avanguardia, vedi il Policlinico Gemelli a Roma, il San Raffaele a Milano, il Campus Biomedico a Roma, ma anche altrove per opera di imprenditori intraprendenti. Gli italiani di fasce medio-basse non trovano più lavoro, sono sostituiti dagli immigrati che offrono manodopera a più basso prezzo senza alcuna tutela sindacale; gli italiani meno qualificati sono ormai i nuovi poveri, quelli che per mangiare tutti i giorni integrano con il pacco viveri della Caritas. In questo la Chiesa cattolica, sostenendo il suo Magistero, che cerca di imporre anche alla società laica, ha grandissime responsabilità nel dissesto della coesione sociale, le quali emergeranno drammatiche nei prossimi decenni, quando esploderà l’esasperazione contro gli stranieri. Dinamiche già viste. Come già in passato in epoche critiche molti se ne andavano in altre terre lontane a cercare maggior fortuna, questo avviene anche oggi, sia alla ricerca di un modesto posto di lavoro, sia per avere condizioni più favorevoli nella ricerca scientifica, nell’attività medica, nella vivacità artistica, nelle avventure imprenditoriali. Quindi un grave impoverimento intellettuale. Insomma a passi rapidi verso il peggio e il declino, coadiuvati generosamente in questo dalle direttive e dai “buoni consigli” dell’Unione europea.

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