Mondadori compra Rcs Libri: la Borsa festeggia e la sinistra si infuria

5 Ott 2015 12:30 - di Alberto Fraglia

Osservando la reazione dei titoli in Borsa, non si può certo dire che l’accordo tra Mondadori e Rizzoli non abbia prodotto risultati importanti. Tanto per dire, con la vendita di Rcs Libri, si allontana la prospettiva di un aumento di capitale per il gruppo che edita il Corriere della Sera. Nel dettaglio, l’accordo si è chiuso al prezzo di 127,5 milioni. Con alcuni meccanismi di aggiustamento sulla base dei risultati conseguiti a fine anno. Il perimetro, interessato al passaggio al gruppo editoriale controllato da Fininvest, riguarda i marchi Rizzoli, Bompiani, Fabbri e Marsilio, mentre resta fuori Adelphi: la partecipazione pari al 58% detenuta da Rcs verrà ceduta al socio e fondatore Roberto Calasso. L’acquisizione di Rizzoli da parte della Mondadori è  “un’operazione di cui siamo particolarmente orgogliosi. Un rilevante investimento, da parte di una grande azienda italiana, in un settore nobile e speciale come quello del libro”, ha dichiarato Marina Berlusconi, presidente della Arnoldo Mondadori editore. “La Mondadori, di cui la mia famiglia è l’editore da ormai 25 anni, torna a crescere e compie un passo cruciale verso una sempre maggiore solidità. – ha aggiunto – Ma quello annunciato è anche un investimento sul futuro del nostro Paese e sulla qualità di questo futuro. Le dinamiche del settore spingono in tutto il mondo gli editori ad unire le forze. Un processo che in Italia, dove gli operatori hanno dimensioni molto più piccole rispetto a quelli degli altri principali Paesi, risulta ancora più necessario. L’acquisizione della Rcs Libri va in questa direzione.  E soprattutto siamo determinati a mettere tutto l’impegno necessario per tutelare e valorizzare quel sistema di eccellenze editoriali e culturali di cui la Mondadori si trova al centro.

Marina Berlusconi, presidente della Mondadori: “E’ un acquisto di cui siamo orgogliosi”

Da parte sua, l’amministratore delegato del gruppo di Segrate, Ernesto Mauri, ha affermato che con l’acquisizione di Rcs Libri “ora siamo pronti per una nuova fase di sviluppo nel ‘mestiere’ più antico di Mondadori, il più solido e nel quale vantiamo una tradizione di eccellenza e innovazione”. Insomma, per i gruppo si aprono “nuove prospettive di crescita”. Come era prevedibile, l’operazione non è andata giù ai guru della intellighentia di sinistra che , ogni qual volta si muove sul mercato editoriale il gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi, perdono il lume della ragione. Nei giorni scorsi, quando ancora le trattative erano in corso, una cinquantina di autori della Rizzoli, guidati da Umberto Eco, avevano pubblicato un appello sul Corriere della Sera da titolo: “Questo matrimonio non s’ha da fare”. E persino il ministro del Beni Culturali, Dario Franceschini, che pure dovrebbe sapere come vanno le cose nel mondo in materia di editoria e quali sono i problemi economici e finanziari con cui ci si arrovella nella carta stampata (Corriere della Sera compreso), aveva espresso il suo pensiero contrario in un tweet. Così, ad operazione conclusa, piovono le dichiarazioni critiche dei vari Nicola Lagioia , Sandro Veronesi, Dacia Maraini. Tutti lì a parlare di “speculazione”. Come se le aziende si mantenessero in piedi con le chiacchiere.

 

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