I giovani imprenditori: “Stiamo ancora aspettando il masterplan per il Sud”

16 Ott 2015 8:17 - di Redazione

«Molto bene la misura sui superammortamenti, perché sostiene gli investimenti. Meno bene l’Ires, che auspichiamo fortemente parta già nel 2016. E soprattutto che non sia legata all’esito della trattativa con Bruxelles sulla clausola per i migranti. Mi sembra comunque che la manovra abbia in molti punti l’impresa e il lavoro al centro». MArco Gay, Presidente dei Giovani di Confinudustria – intervistato su “il Mattino” – spiega le criticità della manovra annunciata da Renzi.

” Nulla per la ricerca e sviluppo”: dicono i giovani imprenditori sulla Legge di Stabilità

C’era qualche altra misura che volevate che venisse inserita? «Non ho visto nulla per la ricerca e sviluppo. Mi sarei aspettato qualcosa in più su questo. L’obiettivo Ue è del 3%, noi siamo all’1,2-1,3%. Poi le start up, sulle quali dobbiamo continuare a investire, come sulle Pmi innovative, perché questo può fare la differenza in termini di valore aggiunto tra noi e la concorrenza e per i tanti giovani che hanno voglia di mettersi m gioco e realizzare il sogno di vita e di imprenditorialità».

Ancora nessun masterplan per il Sud

Il Sud è al centro del vostro convegno: non crede invece che nelle ultime settimane l’attenzione sia diminuita? «Siamo qui perché non è accettabile parlare di Sud solo quando escono i dati economici. Da qui oggi bisogna partire con una visione di politica industriale di medio-lungo periodo. Il Sud è la leva per l’intero Paese. Oggi si parla di piano Juncker, di fondi strutturali. Bisogna mettere tutto questo a sistema in un masterplan che abbia una visione italiana. Con l’Italia come baricentro europeo e ponte verso il Mediterraneo». Il segretario-premier Matteo Renzi aveva promesso il masterplan per il Mezzogiorno per metà settembre. Anche la manovra è povera per il Sud: non pensa che bisognerebbe “tirare le orecchie” a Renzi? «A me preme che sia ben fatto bene e con tempi certi di realizzazione. Ora è definitivamente chiuso il ciclo delle riforme. Più che una tirata d’orecchie, vorrei dare una carica perché il governo vada avanti deciso e veloce».

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