Il Governo vuole tagliare i vitalizi dei politici del 50%. E le maxi pensioni?

6 Ott 2015 8:28 - di Redazione

Che si tratti solo di un’idea, o che la cosa sia destinata ad assumere la forma di un nuovo piano per le pensioni in vista delle legge di Stabilità pare essere un dilemma ancora da sciogliere. Ma di sicuro all’Inps i calcoli si stanno facendo, eccome, per vedere come si possa introdurre il principio dell’«equità attuariale». Principio sacrosanto, che dovrebbe ridurre il divario attualmente esistente fra il vecchio metodo di calcolo retributivo, cioè basato soltanto sullo stipendio percepito dal lavoratore, e il nuovo sistema contributivo: quello cioè che tiene conto esclusivamente dei contributi versati. E se è fin troppo facile prevedere che il presidente dell’istituto di previdenza Tito Boeri non sia allergico all’ipotesi di dare una sforbiciatina alle pensioni retributive d’oro. ,

Nella spending review di Cottarelli c’era una sorpresa anche per i vitalizi dei politici.

L’ipotesi – scrive Sergio Rizzo su “Il Corriere della Sera” – è di intervenire con il ricalcolo attuariale sui vitalizi di ex parlamentari ed ex consi glieri regionali di importo superiore ai 63.700 euro lordi annui, circa 5.300 euro mensili. Le persone coinvolte sarebbero 2 mila e i loro assegni, secondo le stime, potrebbero subire tagli molto consistenti. Dell’ordine del 49-50 per cento. Con un risparmio certo modesto, in confronto alle esigenze del bilancio statale, ma niente affatto trascurabile considerando il piccolo universo che verrebbe interessato: un centinaio di milioni. Ciò significa che l’esborso pubblico per i vitalizi parlamentari e regionali, oggi pari a 400 milioni, si ridurrebbe di un quarto.

Si tratterebbe di una iniziativa senza precedenti e forse viziata da un punto di vista legale

Il fatto è che mai il governo è intervenuto con una propria proposta su una materia di competenze esclusiva del parlamento, dove vige ancora la rigida (e anacronistica) regola dell’autodichìa. Ma adesso le condizioni potrebbero essere diverse, soprattutto se il taglio dei vitalizi rientrasse nell’alveo di un intervento più generale sulle pensioni retributive ricche: le quali, ovviamente, subirebbero de curtazioni per nulla rapportabili a quelle assai rilevanti degli ex onorevoli.

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