Gasparri e Brunetta attaccano i vertici Rai per i compensi a Varoufakis

29 Ott 2015 17:04 - di Redazione

«La Rai chiude le stalle quando i buoi sono già scappati. Dopo il caso Varoufakis corre ai ripari e con una direttiva ribadisce che non bisogna più pagare per gli ospiti politici. Ciò vuol dire che abbiamo fatto bene a sollevare lo scandaloso compenso dato al politico greco. Sarebbe interessante però capire se e quanti altri ospiti siano stati sin qui pagati. Ad ogni modo la questione Varoufakis può risolversi facilmente facendosi ridare i soldi indietro dalla Endemol». È quanto dichiarato dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «La Rai, con la coda di paglia, dopo essere stata smascherata da Varoufakis, corre ai ripari, o molto più probabilmente finge solo di farlo, emanando una direttiva che ‘ha rafforzato e reso più stringente il divieto per l’azienda di erogare compensi a politici che partecipano a trasmissioni televisive e radiofoniche, estendendolo anche alle società esterne che producono per la Rai». Rileva a sua volta il capogruppo di FI alla camera Renato Brunetta. «Ieri in serata i vertici di Viale Mazzini ci avevano detto, dopo una giornata di sacrosante polemiche, che Varoufakis era stato contattato dalla Endemol – società esterna che produce Che tempo che fa (società esterna? Anche qui ci sarebbero approfondimenti da fare) – e che da parte dell’azienda c’è stato solo un via libera editoriale. Ridicoli! Oggi ci raccontano che in fretta e furia hanno predisposto una direttiva per evitare il perpetrarsi di simili episodi. Le toppe, come si usa dire, sono peggio del buco. Magari ci saremmo aspettati una parola chiarificatrice dal neo direttore generale Campo Dall’Orto o dalla neo presidente Maggioni. O magari una predica di Fabio Fazio o una battuta della Littizzetto, o magari un bell’editoriale di Loris Mazzetti sul Fatto Quotidiano. Nulla di tutto questo. Davanti ad un gravissimo episodio, come quello di Varoufakis a Che tempo che fa a 24 mila euro, la Rai emana una ottocentesca direttiva e tenta di mettere la polvere sotto al tappeto. Fino al prossimo scandalo. Contro gli sprechi della tivù di Stato una sola strada da seguire: trasparenza per tutti, trasparenza su tutto. La chiediamo da anni: le leggi ci sono tutte, basta applicarle. E il governo Renzi anche su questo latita. Stop misteri e opacità. I cittadini italiani devono sapere, ne hanno il diritto, come vengono spesi i loro soldi versati alla Rai tramite il canone».

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