«Dov’è il master plan per il Sud?»: giovani imprenditori contro Renzi

18 Ott 2015 8:07 - di Redazione

Se dipendesse dagli imprenditori campani il Masterplan per il Sud sarebbe bello e pronto già da domani; non da un punto di vista procedurale, ma dei contenuti sì. E se fossimo a domani Marco Gay, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, si sarebbe risparmiato ieri l’altro a Capri l’intemerata contro Renzi, dal palco della convention caprese: «Dov’è finito il master pian per il Sud annunciato ad agosto?».

I giovani imprenditori da Capri invocano il masterplan per il Sud

Fu infatti proprio il premier, circa due mesi fa a dire — durante una direzione nazionale del partito e dopo i dati della Svimez su un Mezzogiorno che sta peggio della Grecia — «che gli sarebbe piaciuto un Pd che uscisse con un Masterplan per il Sud». E c’appiccicò anche un hashtag: zerochiacchiere. Infatti, non solo zero chiacchiere, ma proprio zero tutto. Da Capri di proposte — che poi sono speranze – gli imprenditori campani ne hanno parecchie. Chi si aspetta soldi o iniezioni finanziare, resterà deluso. Certo – si legge sul “Corriere del Mezzogiorno” – servono e sono utili anche quelle per carità, nessuno se le nega.

Ma gli imprenditori fanno un ragionamento più ampio. Di contesto.

Ambrogio Prezioso, costruttore e leader degli industriali napoletani, spera sia inseri to il tema dei giacimenti culturali: «Potenziando e risistemando il nostro patrimonio culturale, attiveremmo posti di lavoro e possibilità di sviluppo». Per Susanna Moccia (fabbrica della pasta di Gragnano) «delle azioni del governo siamo rimasti un po’ delusi. Nell’ipotetico master pian vorrei trovarci due cose: una sburocratizzazione delle procedure, quindi meno lacciuoli; un maggioro supporto infrastnitturale. Penso alla banda larga, ad esempio, oggi con un clic si è dall’altra parte del mondo». Di infrastnitture logistiche e digitali parla anche Vito Grassi, vice dell’Unione, a capo della Graded (in corsa per la presidenza della Camera di commercio). «Guardiamo la situazione dei nostri porti — afferma —. Così non va, occorre metterci mano. E di Agenda digitale vogliamo parlare? Sarebbe utile attuarla da subito».

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