Condannato per peculato, va in depressione: ottiene la pensione d’invalidità

10 Ott 2015 14:48 - di Ezio Miles

Succede di tutto in Italia. La burocrazia dieci ne pensa e cento ne fa. Ad Asti l’incredibile storia di un dirigente pubblico condannato che però viene gratificato dalla burocrazia delle Asl. Ha patteggiato 4 anni e 2 mesi, senza fare un solo giorno di carcere, con l’accusa di peculato. Ora, però, avrà la pensione di invalidità per una grave forma di ansia e depressione. È la storia di un ex direttore dell’Agenzia territoriale per la casa di Asti condannato per essersi intascato, in dieci anni, 8,5 milioni di euro prelevandoli dalle casse dell’istituto che gestisce circa duemila alloggi popolari nell’Astigiano. A giugno l’ex dirigente condannato, come riporta La Stampa, ha presentato all’Asl di Torino, dove risiede, domanda per la pensione di invalidità. La commissione medica gli ha riconosciuto, sempre secondo il quotidiano, l’80% che gli dà diritto ad un assegno mensile di 280 euro. Il caso continua a far discutere ad Asti, dove nel pomeriggio un Comitato di cittadini chiederà a tutti gli astigiani “depressi perché senza lavoro” di compilare una domanda per la pensione di invalidità. Quando si dice l’appartenenza a una casta… Senonché, in questo caso, non è un ex assessore, un ex consigliere regionale o un ex parlamentare a ottenere un incredibile privilegio, ma un burocrate. E si sa che la vera casta degli intoccabili non sono i politici ma i dirigenti dell’amministrazione pubblica, sia statale sia locale. La depressione non guarda in faccia a nessuno e rende tutti uguali. Solo che c’è sempre qualcuno che risulta più uguale degli altri.

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