Storace svela il bluff di Marino “donatore di sangue”. «Era solo uno spot…»

11 Set 2015 14:19 - di Giorgia Castelli

Il sindaco non ne azzecca una, secondo l’opposizione, che coglie il primo cittadino in fallo praticamente ogni giorno. L’ultima sceneggiata di Ignazio Marino si sarebbe consumata in una sala di ospedale. Sdraiato su un lettino dell’ospedale Sant’Andrea ha chiamato a raccolta i giornalisti e si è fatto fotografare con un sorriso stampato in faccia e con un ago nel braccio mentre donava il sangue. Peccato che – secondo Francesco Storace –  lui il sangue non potrebbe donarlo perché da pochi giorni è tornato dagli Stati Uniti dove si annida il virus del Nilo Occidentale. La donazione di Marino «non salverà nessuna vita umana», ha scritto Francesco Storace in un editoriale del Giornale d’Italia.  «Il sangue del sindaco è inservibile – si legge – e Marino ha trasmesso il messaggio che le norme a presidio di una pratica sanitaria che ha necessità di comportamenti adeguati possono contare quanto un fico secco».

Marino e la donazione di sangue

Le motivazioni? Il tutto si riconduce al virus del Nilo occidentale una malattia trasmessa dalle zanzare presenti anche nel nostro Paese e diffuso negli Stati Uniti e in Canada da molti anni. Il virus del Nilo occidentale viene trasmesso dalle punture di zanzara, sia tigre sia quella comune. Nell’uomo l’incubazione è di 3-15 giorni e si manifesta con febbre lieve e malessere generalizzato. Circa il 20% delle persone colpite mostra sintomi più importanti che possono essere scambiati per influenza, mentre nell’ 1% circa dei casi si hanno sintomi più gravi come meningiti, encefaliti, meningoencefaliti. Le vittime sono spesso le persone anziane o già debilitate. Le norme per evitare la trasmisione del virus sono precise e comprendono anche la sospensione delle donazioni di sangue.

La circolare dell’Avis

Bastava visitare il sito dell’Avis, ha spiegato Storace, e Marino avrebbe trovato una circolare molto chiara: “La sospensione (della donazione di sangue) è applicata per 28 giorni durante tutto l’anno per i donatori che abbiano soggiornato negli Usa e in Canada”. Il centro nazionale sangue ha pubblicato questa circolare anche sul sito del Ministero della Salute. Le regioni ne sono in possesso. Quindi se il sindaco è tornato il 3 ottobre dalla sua vacanza ai Caraibi fino ai primi giorni di ottobre non avrebbe potuto effettuare nessuna donazione di sangue. Storace ha parlato di «inganno e abuso, per giunta sulla pelle dei malati. Per di più da un medico che è anche sindaco. È  stata sufficiente una telefonata al centro trasfusionale del Sant’Andrea, lo stesso dove si è recato Marino – ha puntualizzato il leader de La Destra – per confermare: chi rientra dagli Stati Uniti deve precauzionalmente sospendere, causa virus del Nilo occidentale, le donazioni di sangue per 28 giorni. In alternativa, potrebbe donare al Policlinico Umberto I, unico autorizzato ad effettuare un test di controllo. Terza chance: donare anche al Sant’Andrea che, però, dovrà “girare” la provetta per il test sempre all’Umberto I con ovvio aggravio di costi per la sanità pubblica».  E infine: «La sceneggiata serve solo ai gonzi, alle televisioni, ai fotografi… Lo richiami all’ordine il ministro della Salute per il gioco sporco; Zingaretti faccia una lavata di capo al direttore generale del Sant’Andrea, anzi al commissario attuale perché il dg glielo hanno portato via i carabinieri per il racket del caro estinto, per la partecipazione alla comparsata».

 

 

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