La rabbia di Gigi Proietti: «Roma non è mai stata in simili condizioni»

1 Set 2015 15:49 - di Liliana Giobbi

«Roma? Sta succedendo di tutto. Lo stato d’animo di un romano che assiste, io, ad esempio, senza retorica e innamorato della mia città, è uno solo: lo sconcerto. Che altro si può provare?». È quanto scrive Gigi Proietti al Messaggero. Parole dure, ma significative, di un artista da sempre schierato a sinistra. «Nel giro di pochi giorni abbiamo visto i funerali di Casamonica, che hanno fatto il giro del mondo (hanno avuto persino l’onore del New York Times), la relazione di Alfano in Parlamento e i poteri straordinari a Gabrielli. Che significano, in pratica, la messa sotto tutela del sindaco Marino. Il quale, peraltro, sta in vacanza».

Gigi Proietti: il commissariamento? Se uno comanda, l’altro non serve

«Dal Dopoguerra ad oggi – continua Gigi Proietti – credo sia la prima volta che Roma si trova in simili condizioni. Se fino a qualche tempo fa ricevevo telefonate a raffica sul problema dell’immondizia, sulle buche nelle strade, sui disagi delle periferie, eccetera, adesso il bombardamento è su questa nostra città pregiubilare e “tutelata”. Che ne pensa, come commenta? La questione è che nulla si può pensare. Viviamo in una sorta di sospensione che può solo attendere la prossima notizia, la piccola o grande catastrofe quotidiana, il disservizio di turno, la sorpresa dietro l’angolo. Ottimisti, se pure con cautela, occorre rimanerlo. Ma ripeto: lo sconcerto, il non sapere da che parte propendere rimane l’atteggiamento dominante».

«Poteri straordinari al prefetto? – si domanda Gigi Proietti – Cosa significa nel concreto? Io leggo i giornali, guardo la tv, sono pur sempre il responsabile di un teatro, il Globe, alle soglie di un debutto, ma bene bene non ho capito. Se uno comanda e l’altro non serve o dovrà fare poco e niente, forse è per questo che il sindaco – eletto dai romani, non dimentichiamolo – non torna dalle ferie. Insomma, un grande caos. Viviamo di attese. Il che, in generale, non è condizione augurabile. Figuriamoci a fine agosto, nell’anno giubilare. Meno male che la Roma ha battuto la Juve».

«Certo che, passando da qualche parte – conclude Gigi Proietti – se butto gli occhi sul basamento di una statua o su un antico muro e ci leggo, in rilievo sul marmo bianco, SPQR, mi vengono in mente la dignità dei romani di una volta, compresi mi padre e mi madre, il senso civico dell’Urbe, l’orgoglio del civis romanus sum…
E so’ dolori».

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