Da oggi linea dura dell’Ungheria: già sessanta i migranti arrestati

15 Set 2015 13:42 - di Livia De Santis

Primi sessanta arresti di immigrati entrati in Ungheria dai confini con la Serbia. L’arresto è avvenuto alla frontiera fra Horgos e Roeszke. È il primo gruppo di migranti a cui sono state applicate le nuove norme sull’immigrazione per le quali l’ingresso illegale nel Paese è considerato un reato punibile con l’espulsione o l’arresto e la condanna fino a tre anni di carcere. L’Ue è subito scesa in campo. «Abbiamo chiesto agli ungheresi –   ha detto Natasha Bertaud, portavoce del commissario Ue Dimitris Avramopoulos – di dare chiarimenti sulle nuove leggi e su come saranno attuate e andremo avanti nel dialogo con le autorità del Paese prima di trarre conclusioni».

L’Ungheria dichiara lo stato d’emergenza

Un portavoce del governo ha reso noto che l’Ungheria ha dichiarato lo stato di emergenza in due contee a sud del Paese che confinano con la Serbia. La decisione, presa a causa della crisi dei migranti, dà poteri speciali alla polizia e spiana la strada per l’uso dell’esercito nelle operazioni di sorveglianza delle frontiere. In precedenza il governo aveva reso noto di aver sospeso il traffico stradale nei posti di confine con la Serbia, sempre per la massa di profughi che si sono riversati nella zona di frontiera di Assothalom. Lunedì nelle ultime ore prima dell’entrata in vigore della nuova legge erano stati oltre novemila i migranti arrivati in territorio ungherese. Mentre dall’inizio dell’anno sono stati oltre duecentomila i  richiedenti asilo. La maggior parte sono arrivati dalla Serbia per proseguire il viaggio in altri Paesi dell’ovest.

Belgrado: «No ai profughi entrati dall’Ungheria»

I migranti che non sono riusciti a entrare in Ungheria entro la mezzanotte potranno far ritorno in Serbia nei centri di accoglienza, ma Belgrado non accetterà il ritorno di coloro che sono già passati in territorio ungherese. La presa di posizione è arrivata dal ministro del Lavoro e Affari sociali, Aleksandar Vulin. «Noi – ha detto – non siamo più responsabili di tutti coloro che sono entrati in Ungheria. E ci aspettiamo che costoro vengano presi in custodia dalle autorità magiare».

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