Meloni censurata da un burocrate: prova di regime renziano in corso…

3 Set 2015 6:53 - di Redazione

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è ancora incredula. Dopo avere ricevuto una lettera dall’ Uñar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazione della presidenza del Consiglio dei ministri, in cui – come racconta “Il Tempo” – viene bacchettata per alcune dichiarazioni fatte sull’immigrazione e sui rischi collegati al fenomeno, la parlamentare ha deciso di rivolgersi alle istituzioni». Dopo la Boldrinie Mattarella quali saranno le prossime mosse? «La prima azione in assoluta è quella che farò adesso nel mio ufficio e cioè cestinare questa lettera. Rimane però la follia generale del metodo con cui tutto ciò è stato fatto».

Meloni rimproverata da un burocrate per la sua frase sull’invasione islamica

«Io sono stata richiamata per dichiarazione pubblicate su un sito senza neanche chiedermi preventivamente se ho mai reso quelle dichiarazioni, però mi mandano una lettera. C’è qualcosa che non funziona se un ufficio del governo, gestito da un burocrate, si permette di censurare parlamentari eletti dal popolo per portare avanti le idee di organo che non è stato eletto da nessuno. Siamo alle prove generali di un regime. È folle che io debba farmi spiegare da un signore (Marco De Giorgi direttore Uñar, ndr) che non so chi sia o da dove provenga, cosa dire o non dire».

Un burocrate si permette di censurare parlamentari eletti dal popolo

«Aspetto fiduciosa di vedere anche un solo uomo o una sola donna di sinistra che dica di non condividere le mie opinioni, ma che è comunque disposto a battersi perché io possa esprimerle. In questo caso sono stati violati i più banali principi costituzionali. In Italia non si può censurare la gente, in particolare un parlamentare, che deve essere libero di dire ciò che pensa, perché è stato eletto da persone che la pensano allo stesso modo. Per i politici esiste la somma censura, l’unica valida. Solo gli italiani possono censurarmi non votandomi più, ed è l’unica censura che sono disposta a subire. Finché sarò eletta non ci sarà nessun burocrate di Stato che potrà farmi stare zitta. Tutti gli italiani che condividono le mie idee possono mandare una lettera a questo simpatico burocrate per comunicarglielo».

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