Mafia a Roma, chiesto il processo per l’ex-capo di gabinetto di Zingaretti

23 Set 2015 17:28 - di Francesca De Ambra

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, e di Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co., accusati di turbativa d’asta in relazione all’assegnazione, nel 2014, dell’appalto del servizio Recup. L’inchiesta nasce un troncone di quella più nota come “Mafia Capitale”. Per Zingaretti è un duro colpo d’immagine ma, sul piano più politico, l’iniziativa della procura capitolina ha il merito di riportare con i piedi per terra il “marziano” Ignazio Marino che prima di ripartire alla volta degli Usa aveva polemizzato con i militanti di FdI-An con oblique allusioni agli esponenti di destra coinvolti nell’indagine. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini.

Maurizio Venafro ha collaborato a lungo con il pd Zingaretti

Secondo l’accusa, Venafro avrebbe concorso a indirizzare l’aggiudicazione dell’appalto in un’ottica di spartizione tra cooperative vicine ad ambienti di destra e di sinistra. La gara fu poi sospesa per iniziativa di Zingaretti dopo gli sviluppi su Mafia Capitale. Nella vicenda sono coinvolti, e per questo risponderanno nel processo che comincerà il prossimo 5 novembre, Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Luca Gramazio, ex consigliere regionale FI, e Angelo Scozzafava, già componente della commissione aggiudicatrice dell’appalto.

Altri appalti nel mirino della procura di Pignatone

Nel frattempo, le indagini si allargano. Proprio in queste ore, su input dell’Anca presieduta da Cantone, il nucleo speciale Anticorruzione della GdF di Roma ha effettuato un’ispezione amministrativa presso il (Centro accoglienza per i richiedenti asilo) di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma. Sotto la lente ingrandimento dei miliari delle Fiamme Gialle, il contratto stipulato tra il raggruppamento temporaneo d’impresa “Auxilium-Siar” – subentrato alla Eriches 29 – e la prefettura di Roma. Tale raggruppamento è subentrato, il 7 aprile 2014, alle Eriches 29, consorzio di cooperative di cui era presidente Salvatore Buzzi, il perno dell’inchiesta Mafia Capitale.

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