Livorno, islamico ruba una pecora per “sacrificarla” in casa

25 Set 2015 15:10 - di Corrado Vitale

Si fa  presto a dire società multietnica. In questi giorni per i musulmani è la “festa del sacrificio” (Aid Al-Idha ) e a farne le spese sono tante povere bestie che vengono sgozzate in una cerimonia di massa. È una pratica barbarica e inaccettabile. Incurante del fatto di trovarsi in Italia e  non in un Paese islamico, un musulmano ha rubato una pecora a Livorno e se l’è portata in casa con l’intenzione di macellarla senza avere alcun permesso né tantomeno alcuna autorizzazione sanitaria. Come riferisce Il Tirreno, questo islamico fin troppo “devoto”  è stato denunciato per ricettazione dai carabinieri mentre l’animale è stato sequestrato dagli operatori dell’Asl 6 e ora è a disposizione della Procura in attesa di trovargli una destinazione consona (presso i tribunali non sono previsti ovili) .

A dare il via all’indagine una segnalazione arrivata nel pomeriggio di mercoledì 23 quando da un vicino di casa del cittadino  islamico di origini tunisine. “Un uomo sta entrando nell’appartamento trascinando con sé una pecora, credo che la voglia uccidere”. Pochi minuti dopo ecco che all’abitazione nel quartiere Shangai si sono presentati i carabinieri e i tecnici dell’Asl. Gli investigatori hanno chiesto all’uomo come fosse venuto in possesso dell’animale. “Me l’ha dato un mio amico di Pistoia”, ha cercato di spiegare. Una scusa che non gli ha risparmiato una denuncia e il sequestro della pecora.

L’Aid Al-Idha richiama alla memoria il sacrificio di Abramo. Per tre giorni  agnelli, montoni, ma anche vitelli o mucche, verranno sgozzati senza essere storditi. È contro questa pratica che le associazioni animaliste insorgono, dagli Amici della terra, alla Lav fino all’Enpa parlano di mattanza e chiedono di bloccare una pratica ritenuta cruenta e inaccettabile. In realtà, non c’è bisogno di essere animalisti.  Il fatto che decine di animali siano sgozzati in una pubblica piazza è fatto che suscita la legittima indignazione di molti. E lascia non poco perplessi che alcuni Comuni, come nei giorni scorsi  quello di Como, autorizzino una simile barbarie.

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