L’Isis minaccia i profughi: «Chi abbandona l’Islam commette peccato grave»

10 Set 2015 18:08 - di Redazione

Non ci sono solo le polemiche in seno all’Ue, le divisioni politiche tra gli Stati di tutta Europa, il “muro” ungherese o il blocco dei treni da parte del governo danese a tentare (invano) di scoraggiare l’esodo biblico che sta invadendo il Vecchio Continente. Ora c’è anche l’anatema lanciato da Dabiq, rivista ufficiale del sedicente stato islamico, il famigerato Isis, contro i migranti di religione islamica, commettendo così peccato grave.

L’anatema su Dabiq, la rivista dell’Isis

In un servizio posto proprio sotto la raccapricciante immagine di Aylan, il piccolo siriano annegato su una spiaggia turca, Dabiq scrive che coloro che «volontariamente abbandonano Darul-Islam (la casa dell’Islam) per recarsi nelle terre degli infedeli compiono un grave e pericoloso peccato e mettono a rischio la vita e le anime dei loro figli». Nel farneticante proclama i jihadisti dell’Isis scrivono che «purtroppo alcuni siriani e libici sono disposti a rischiare la vita e le anime di chi hanno la responsabilità di crescere secondo la Sharia – i loro figli – e durante il viaggio pericoloso verso le terre dei crociati, che sono governate dalle leggi dell’ateismo e dell’indecenza, sacrificano molti di loro».

«In Occidente solo alcool, droga e sodomia»

Il resto dell’articolo è un crescendo di accuse che dovrebbe far riflettere chi, soprattutto in casa nostra, sembra non avvedersi della minaccia del nuovo terrorismo islamico e si fa promotore di una sciagurata politica dell’accoglienza indiscriminata che rischia seriamente di far entrare anche chi, come gli uomini dell’Isis, non fa mistero di voler distruggere – e la distruzione delle imponenti vestigia romane di Palmira sta lì a dimostrarlo – la nostra civiltà. «Il pericolo che troveranno in Occidente – proseguono infatti i jihadisti – è quello di trovarsi sotto la minaccia della «fornicazione, sodomia, droga e alcol». Quindi l’appello-anatema a non abbandonare la terra d’origine: «Abbandonare il Califfato apre la porta all’abbandono dell’Islam da parte dei nostri figli e nipoti per il cristianesimo, l’ateismo o il liberalismo».

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