Inchiesta “Why Not”, la prescrizione “salva” de Magistris. A meno che…

25 Set 2015 16:01 - di Redazione

E a breve vedremo di che pasta è fatto Luigi de Magistris. Se, in coerenza con il suo passato di magistrato, consentirà alla giustizia di compiere il suo percorso o se, in linea con quanto quasi sempre capita in politica, si blinderà dietro la prescrizione grazie a cui potrà incassare la cancellazione del reato per decorrenza termini. La vicenda è quella stranota dell’inchiesta ribattezzata Why Not, condotta da de Magistris all’epoca in cui era pm a Catanzaro e nelle cui maglie finirono politici del calibro di Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella Marco Minniti.

de Magistris e Genchi condannati in primo grado

De Magistris risponde in concorso con il consulente informatico Gioacchino Genchi del reato di abuso d’ufficio per la vicenda delle utenze di questi parlamentari (più altri meno noti come Antonio Gentile)  acquisite senza le relative autorizzazioni nel 2006. Entrambi sono stati condannati, in primo grado, ad un anno e tre mesi di reclusione. Il reato, tuttavia, é prescritto e il processo d’appello prenderà avvio nell’udienza del 21 ottobre prossimo. Sarà in quella sede che i due imputati dovranno comunicare se intendano o meno rinunciare alla cancellazione del reato per decorrenza dei termini.

Se il sindaco di Napoli salva la poltrona, perde la faccia

La vicenda, almeno per de Magistris, si presenta alquanto complicata. A causa di questa condanna, infatti, il sindaco di Napoli è incappato nella legge Severino: sospeso dalla carica, reintegrato a tempo di record prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato. Successivamente, esploso il caso De Luca – l’attuale governatore della Campania, anch’egli condannato per abuso d’ufficio – la Cassazione ha stabilito che a decidere circa la revoca della sospensione ex-Severino non è la magistratura amministrativa bensì quella ordinaria. Ora, se de Magistris accetta l’assoluzione per prescrizione e quindi la cancellazione del reato per decorrenza termini, salva la poltrona ma perde la faccia. In caso contrario, rischia di perdere la prima poiché in caso di conferma della condanna, rischia una nuova sospensione.

 

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