Gioventù nazionale raccoglie le firme per cancellare la scuola di Renzi

17 Set 2015 14:24 - di Alessandra Danieli

Sos scuola. Anche i giovani di Fratelli d’Italia scaldano i muscoli contro la «pessima riforma» imposta da Renzi e incassata con imbarazzo dal ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, tra stop and go e figuracce. «È una riforma farsa – spiega il presidente di Gioventù nazionale-FdI, Marco Perissa – la nostra organizzazione è al fianco degli studenti e dei precari per cancellarla». La prima iniziativa è una raccolta di firme per coinvolgere gli studenti lasciati ai margini della riforma.

Il no di Gioventù nazionale

«La “Buona Scuola” è una riforma che non va bene, lo abbiamo detto più volte, moltissime sono state le nostre azioni per evidenziare la povertà di una riforma che è stata presentata agli italiani come la panacea per risollevare un sistema scolastico antiquato, obsoleto e poco competitivo», ha spiegato Perissa. Con l’avvio del nuovo anno scolastico gli studenti non hanno trovato edifici solidi, classi vivibili e didattica migliorata ma si trovano ancora una volta a vivere gran parte della propria giornata in posti insicuri e in classe sovraffollate, costretti a studiare programmi vecchi e talvolta poco utili. “Questa scuola non è buona”, è la campagna di Gioventù nazionale che in queste ore viaggia sui social per smontare le bugie del premier.

Verso il referendum

In tutte le scuole con una mobilitazione capillare, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, ha lanciato una raccolta firme per consentire agli studenti di esprimere il proprio dissenso e per chiedere un referendum abrogativo. «Dalla qualità del sistema scolastico dipende il futuro lavorativo dell’Italia ed è ora che qualcuno cominci a preoccuparsene», dicono. Che cosa non  va? La composizione del comitato per la valutazione dei docenti che mette in secondo piano gli studenti, spalanca le porte agli interessi dei privati, non risolve il problema dell’edilizia scolastica, insedia il preside sceriffo con potere di vita e di morte sui docenti. «Si rischia – spiegano i responsabili di Gioventù nazionale – di innescare un meccanismo clientelare per il quale il merito da imprescindibile diventa largamente sacrificabile». Che cosa vogliono? Una maggiore rappresentanza degli studenti nel comitato, lo stanziamento dei fondi per la messa in sicurezza  e la modernizzazione degli edifici scolastici, la costituzione di un organo di controllo per la valutazione dei presidi. «Una vera riforma della scuola che ponga al centro lo studente, le sue esigenze, le sue attitudini e che sia finalmente libera dalla casta dei sindacati».

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