“Cancella”. E gli emendamenti della Lega scompaiono. Renzi festeggia

29 Set 2015 14:10 - di Viola Longo
pietro grasso

Cancellati in blocco, perché troppi. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha giudicato «irricevibili» i circa 72 milioni di emendamenti della Lega al ddl Boschi, provocando quello che sia il Carroccio sia il M5s hanno denunciato come «un grave precedente».

Gli emendamenti? Per Grasso è questione di «tempi stabiliti»

«Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori, la presidenza è impossibilitata a vagliare nel merito l’abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile», ha spiegato Grasso, che si è appellato ai regolamenti per far cadere la mannaia sulle proposte di modifica del Carroccio alla riforma del Senato. «Le motivazioni delle mie decisioni sono rinvenibili negli art.8 e 97 del Regolamento che attribuiscono al presidente del Senato – ha chiarito ancora Grasso – il giudizio di ricevibilità, proponibilità e ammissibilità degli emendamenti». A questo punto, dunque, all’esame dell’Aula per il ddl Boschi restano in tutto 380mila emendamenti, oltre a 3.500 presentati per iscritto. Restano inoltre validi i circa 500mila emendamenti depositati in commissione Affari costituzionali, perché la presidente Anna Finocchiaro non li dichiarò irricevibili, ma li esaminò, li ordinò e li valutò.

La Lega: «Così si crea un preoccupante precedente»

Benché portato avanti sotto la copertura dei regolamenti, il colpo di mano con cui il presidente del Senato ha rifiutato di accogliere gli emendamenti leghisti ha suscitato preoccupazione nelle forze d’opposizione e una dura reazione in particolare dallo stesso Carroccio e dal M5s. Il punto è il metodo scelto da Grasso: la decisione di appellarsi all’«irricevibilità» ovvero di non entrare nel merito degli emendamenti, come invece sarebbe stato scegliendo la strada dell’«inammissibilità». «Vengono esclusi una serie di emendamenti a prescindere dal merito, lei esclude gli emendamenti perché non ha modo di verificarne il merito. Lei sta creando un precedente gravissimo», ha detto il senatore leghista Raffaele Volpi, mentre per Roberto Calderoli «è abnorme il numero di 85 milioni di emendamenti? Può darsi. Ma non è abnorme un governo che si rifiuta di discutere con la sua maggioranza? Non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di discutere in Commissione». Per i grillini è stato poi Vito Crimi a dirsi «allarmato» per una decisione che potrebbe creare un «precedente», applicabile «anche solo a 100 emendamenti».

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