Berlusconi vola da Putin e non sarà solo una gita di piacere

9 Set 2015 15:53 - di Francesco Severini

Silvio Berlusconi vola dall’amico Vladimir Putin. Resterà in Russia fino a domenica e i retroscenisti dei media italiani si scatenano: se ne va perché ha bisogno di evadere, non ne può più delle beghe interne a Forza Italia, non si porta con sé la fidanzata Francesca Pascale, è geloso di Matteo Salvini che tutti i giorni sta in televisione. Supposizioni, sospetti, dicerie. Di vero c’è che sicuramente tra i due esiste un’amicizia consolidata, che dura dai tempi del G8 di Genova del 2001. Inoltre è probabile, ed è stato anche scritto, che i due parleranno di un tema molto importante, e cioè quelle strategie di contrasto all’Isis sulle quali sia l’Europa che gli Usa sono apparsi assai deficitari negli ultimi mesi.

Berlusconi parlerà della coalizione anti-Isis

E proprio la politica estera, la mobilitazione jihadista che destabilizza Medio Oriente e Nord Africa, è il punto principale che dovrebbe stare in cima alla lista delle agende dei leader, trascurando semmai il lessico rissoso, gli insulti, i propagandismi.«Il presidente – sottolineano fonti interne a Forza Italia – vuole farsi parte attiva di una grande coalizione internazionale volta a contrastare l’Isis. E Putin è fondamentale in questa battaglia da fare con l’Onu e la Nato. La Russia, come il presidente ripete sempre, è un grande Paese cristiano ed è decisivo in questa battaglia dell’Occidente, quello stesso di cui Mosca deve far parte come il Consiglio Russia-Nato di Pratica di mare, voluto da Berlusconi, dimostrò».

Gli scenari geopolitici

Al di là degli scenari geopolitici, inoltre, Berlusconi non ignora la simpatia di cui gode Putin presso gli elettori di centrodestra i quali vedono nel suo protagonismo un salutare contrappeso all’egemonia americana e apprezzano la sua linea anti-Islam e antilaicista in patria. Che tra i due esista un feeling esclusivo è per Berlusconi un vanto, al punto da dire scherzando che il premier russo lo avrebbe visto bene come ministro degli Esteri. La Putin-mania che si è fatta contagiosa a destra ha persino indotto alle ultimi regionali una candidata che di cognome fa Putìn a scrivere sui suoi manifesti, giocando sulle affinità del cognome, che finalmente gli elettori di Vicenza avrebbero potuto votare per… Putin. Una visita che non è per niente fuori dalla realtà, allora, ma pienamente inserita nel contesto dei problemi che Italia e Europa stanno vivendo.

Il no di Berlusconi alle sanzioni contro Mosca

Che Silvio Berlusconi in politica estera abbia il coraggio delle posizioni controcorrente del resto non si può negare: si va dal no all’intervento contro Gheddafi in Libia, cui il governo Berlusconi fu obbligato dalla congiuntura internazionale, alla critica espressa contro la linea di Bruxelles che ha imposto sanzioni a Mosca per la crisi ucraina. Una mossa, quest’ultima, che ha per mesi e mesi allontanato dalla coalizione anti-Isis un alleato fondamentale nella lotta al fondamentalismo islamico.

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