Berlusconi ad Atreju: «Sull’abolizione della tassa sulla prima casa, noi votiamo sì»

27 Set 2015 7:51 - di Redazione

La chiusura verso quella riforma della Costituzione che considera parte di una «svolta autoritaria» è confermata. Com’è confermata ogni negazione di una ripresa economica che, a suo dire, «di fatto non c’è». Ma nel giorno del suo ritorno sulla scena pubblica, scandito dai pochi applausi che gli tributa la platea romana della festa di Atreju, dove la padrona di casa è Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi proietta idealmente l’unico «sì» che potrebbe dire a Renzi alla legge di Stabilità. E, in particolare, all’abolizione della tassa sulla prima casa. Certo, un secondo dopo l’ex premier si affretta a sottolineare come «secondo me, alla fine, Renzi non la proporrà mai». Ma l’eventuale «sì» dei forzisti alla misura, la stessa che l’inquilino di Palazzo Chigi continua a mettere a verbale a ogni pie’ sospinto, rimane agli atti.

Berlusconi non crede alla promessa di Renzi, ma sull’IMU apre al premier

Come rimarrà agli atti – si legge su “Il Corriere della Sera” la risposta a chi sta abbandonando Forza Italia («Se ne vanno? Evviva, deo gratìas. I mestieranti che non fanno politica per passione finalmente sono scesi da Forza Italia»), la sicurezza del sorpasso virtuale sul Pd («Noi, Lega e Fratelli d’Italia siamo sopra al Pd») e anche l’ennesimo «no» beriusconiano alle primarie del centrodestra. «Se c’è un leader, come è accaduto nel centrosinistra con Renzi, alla fine verrà fuori». Con Salvini è botta e risposta. «Chapeau per il modo in cui sa parlare alla pancia della gente, è molto utile per il centrodestra», dice di lui il leader di Forza Italia.

Il leghista risponde con un grazie piccato: «Io e la Lega parliamo anche alla testa della gente».

A riempire di contenuti l’intervista sarà un foglietto che Berlusconi tira fuori dalla tasca della giacca. «Qua c’è il nostro programma», versione aggiornata del best of, il meglio delle promesse elettorali degli ultimi vent’anni. L’ex premier legge e spiega. «Pensioni minime a mille euro», «pensioni per le mamme», «via la tassa sulla casa», «via l’Irap per le imprese», «chiuderemo Equitalia», «separazione delle carriere per i magistrati» e tanto altro. A chiudere, la politica estera. Ma le idee e le rivendicazioni verranno comunque sommerse da due uscite. Una su Putin («non è un comunista, ha portato la democrazia nel suo Paese»), l’altra su Federica Mogherini: «Mogherini chi?». Il suo, di ritorno in campo, rimane subordinato alla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo. Al momento in cui, spera lui, che lo dice in maniera quasi romantica, «recupererò lo splendore dell’innocenza».

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