Alfano: «Noi restiamo con Renzi, chi non è d’accordo se ne vada dal Ncd»

10 Set 2015 13:45 - di Niccolo Silvestri

Angelino Alfano non vuol sentire parlare di crisi del Ncd. Definisce «minestra riscaldata» i servizi giornalistici sugli impietosi sondaggi che danno il suo partito intorno o addirittura sotto il 2 per cento e rivendica la scelta di aver spaccato Forza Italia in nome delle riforme. Sia quelle targate Letta sia quelle di Renzi: «È nel nostro dna, perciò le sosterremo». E chi non è d’accordo, si arrangi. La porta – dice Alfano a margine di una conferenza stampa allo Svimez alla presentazione sul piano per il Sud – per «chi vuole andarsene da Berlusconi, Renzi, Salvini, …» è spalancata. Il leader del Ncd ostenta sicurezza, ma il suo partito è sempre più una polveriera.

Senatori in fuga per i sondaggi impietosi: 2 per cento

Sondaggi terrificanti uniti alle voci di un possibile ritorno anticipato alle urne hanno scatenato il panico nei pur cospicui gruppi parlamentari. La fibrillazione è massima al Senato dove sarebbero circa una quindicina quelli che vorrebbero staccare la spina a Renzi e tornare tra le braccia del Cavaliere. E il loro numero è destinato a crescere. La situazione è davvero appesa a un filo e ogni pretesto potrebbe essere buono per spezzarlo e far esplodere i problemi di convivenza interna sempre più problematica. Se sul controverso tema dell’elettività del Senato Alfano spera di cavarsela rivendicando a Quagliariello la primogenitura del “listino” («un onorevolissimo accordo sul quale credo si potrà convergere»), sull’equiparazione delle unioni gay ai matrimoni sa che la situazione potrebbe presentarsi meno agevole e quindi ribadisce la netta contrarietà del suo partito: «Non è una posizione oscurantista, è la tutela dei nostri valori».

E FdI “diffida” Alfano: «Non usare più la parola destra»

I tormenti interni al Ncd non lasciano indifferenti gli antichi alleati. Fratelli d’Italia ha pensato di diffidare Alfano dall’utilizzare la parola “destra” nel nome del partito al governo con Renzi. A recapitarla, tramite l’avvocato (e responsabile cultura Fdi) Andrea Del Mastro Delle Vedove, saranno gli elettori di centrodestra che potranno sottoscrivere la diffida lanciata dai promotori dell’iniziativa. «Se non cambia nome   – spiega Giovanni Donzelli, coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia e consigliere regionale in Toscana – lo porteremo in tribunale».

 

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