Ucraino, amico di Putin, arrestato a Sanremo: si rischia il caso diplomatico

13 Ago 2015 15:10 - di Mauro Achille

L’arresto a Sanremo dell’ex deputato del parlamento ucraino, Igor Markov, rischia di innescare un nuovo caso diplomatico dopo quello assai imbarazzane della vicenda Shalabayeva. Il quarantaduenne Markov è uno dei principali leader dell’opposizione filorussa, accusato di aver partecipato nel 2007 ai disordini nel corso di una manifestazione che si tenne nella città di Odessa. Si terrà domani alle 11 davanti alla Corte d’appello di Genova l’udienza di convalida dell’arresto.  Si tratta di un’udienza preliminare rispetto a quella che dovrà decidere l’estradizione richiesta dal governo di Kiev. Secondo l’accusa Markov insieme a un gruppo di oppositori avrebbe organizzato una spedizione contro i manifestanti filogovernativi, utilizzando bastoni e guanti con inserti di metallo e ferendo 8 persone. L’udienza, in cui verrà formalizzata l’identificazione dell’arrestato, dovrà anche decidere se Markov dovrà restare in carcere in attesa della decisione sull’estradizione, cosa che sembra assai probabile visto il concreto pericolo di fuga.

Sulla estradizione dell’amico di Putin l’ultima parola spetta allo Stato italiano

Markov è ricercato dallo scorso anno dalle autorità di Kiev: l’ex deputato, 42 anni, viveva da un anno a Mosca ed è arrivato a Sanremo martedì con un passaporto russo. La decisione sull’estradizione, dovrà attendere che il governo di Kiev invii a Genova le carte processuali in base alle quali ne ha chiesto l’arresto, in modo che la corte d’appello possa ‘tradurre’ il reato di ‘hooliganism’ in uno o più reati previsti dal nostro ordinamento. A quel punto il nodo sarà quello della prescrizione, visto che la vicenda risale a otto anni fa: sarà applicata quella più favorevole tra quella prevista in Italia e quella prevista in Ucraina e, se il reato risulterà prescritto Markov, verrà rilasciato. La vicenda , però, non si esaurisce sul piano giudiziario, investendo, come è evidente, la sfera politica. Anche perché l’ultima parola sulla estradizione dell’ex parlamentare spetta allo Stato italiano. E Markov potrà eccepire, per evitarla, di essere un perseguitato politico.

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