Da Suez a Gioia Tauro: il Sud è in difficoltà perchè il mondo corre

7 Ago 2015 7:36 - di Redazione

E’ Suez a ricordarci corne il mondo stia velocemente cambiando, e come il nostro paese debba riprendere con più vigore un proprio ruolo nelle grandi trasformazioni geoeconomiche mondiali; debba ripensarlo, alla luce delle grandi difficoltà sperimentate dall’inizio del secolo. E in questo quadro che il Mezzogiorno diventa una grande chance, e non un tema fastidioso – scrive Gianfranco Viesti su “Il Mattino” – cui dedicare qualche idea improvvisata.

Il 20% del trasporto marittimo mondiale passa dal Mediterraneo, ma il Sud…

Gioia Tauro e Taranto sono in particolare due carte che l’Italia sta sprecando. Svimez e SRM, in particolare, lo hanno dimostrato, dedicando a questo tema approfonditi, ripetuti, studi (mentre il nuovo Programma Operativo 2014-20, analizzato sulle pagine del Mattino qualche giorno addietro, fa nascere non pochi dubbi). Oggi sono porti destinati principalmente al trasbordo nave-nave, ma con quote di mercato, specie nel secondo caso, in sensibile flessione a vantaggio di altri concorrentimediterranei, e con prospettive assai incerte.

Gioia Tauro e Taranto possono avere nuova linfa dal nuovo canale di Suez

La questione di fondo è come guardiamo a questi due scali: se come una questione minore, dei calabresio dei pugliesi; ocome una grande opportunità per l’Italia. Finora con qualche eccezione che però non ha inciso sulle tendenze di fondo – è prevalso il primo atteggiamento: diamo un po’ di soldi ai calabresi perché facciano un po’ di lavori e tutelino almeno l’occupazione che c’è. Questo è il vero grande spreco nel Mezzogiorno: lasciare che le grandi opportunità di sviluppo giacciano, anno dopo anno, lustro dopo lustro, inutilizzate. Da tempo prevale inltalia un’ottica localistica: l’attenzione non è mai sul sistema portuale (o ferroviario, o universitario, o sanitario) nazionale; ma solo su alcuni punti, preferibilmente, quasi esclusivamente, nelle aree più forti del paese. Sei calabresi nonsono capad dimoltiplicarel’impatto economico di Gioia Tauro, peggio per loro. Anzi, ci stanno dimostrando quanto sia mutile destinare lì risorse. E se al Sud i grandi attori nazionali fanno poco o nulla, pazienza (o forse, meglio, in un tempo di risorse scarse): i dati presentati nell’ultimo Defche certificano che FS e Anas abbiano realizzato solo il 27% dei lavori che si erano im pegnati a fare nel 2014 sui quattro grandi «contratti di sviluppo» firmati con il Governo non pare abbiano suscitato particolare indignazione.

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