“Renzi non ha i numeri, si dimetta. Serve grande coalizione”, dice Brunetta

11 Ago 2015 8:46 - di Redazione

«Comunque andrà a finire lo scontro sulle riforme, lui perde», afferma il presidente dei deputati di Forza Italia a QN. La battaglia al Senato è strumentale? L’obiettivo della minoranza Pd è far fuori il premier? «Senza ipocrisia, noi vogliamo far fuori il premier. Questa è la linea di Forza Italia, che vede in lui una iattura per il Paese. Penso che la parte più consapevole del Pd abbia questa visione». Spesso la minoranza Pd nel momento chiave si è sciolta. Stavolta andrà fino in fondo? «E’ l’ultima chance che ha, l’ultimo treno per Yuma. Per noi è diverso: siamo all’opposizione e conduciamo da lì la battaglia».

«Saremmo ben felici se il premier dicesse che “mi sono sbagliato, i senatori vanno eletti”»

«Anche se facesse la faccia feroce, costringendo il presidente Grasso a mille acrobazie, non ne uscirebbe vincitore perché avrebbe di fronte un Parlamento devastato e un Paese con l’amaro in bocca. Ha fatto il deserto e l’ha chiamato riforme, parafrasando Tacito. Si è spinto troppo oltre con la sua arroganza. In Europa l’hanno sgamato, ora anche in Italia tutti hanno scoperto che il rè è nudo». Ottenendo il premio alla coalizione per l’Italicum non votereste il bicameralismo, offrendo a Renzi una via d’uscita? «No. Le due cose stanno insieme». Romani sembra tessere la tela del nuovo Patto del Na2areno mentre lei la disfa…. «Figuriamoci. All’ultimo consiglio nazionale di Forza Italia abbiamo approvato all’unanimità un documento in cui si richiede il Senato elettivo e la modifica dell’Italicum insieme».

Mattarella dovrebbe convocare Renzi al Quirinale, dice Brunetta

Con Verdini la maggioranza si è allargata. «Mettiamola così: da un punto di visto politico, con la sua maggioranza democratica, i transfughi di Alfano e quelli di Verdini, Renzi non può cambiare la Costituzione in modo tanto dirompente. Al capo dello Stato vorrei ricordare le parole che diceva quando si trattò di votare la riforma costituzionale del centrodestra. Lui, all’epoca deputato, lamentava l’involuzione autocratica di norme che davano troppo potere al premier. Norme all’acqua di rose, rispetto al combinato disposto della riforma del bicameralismo e dell’Italicum. In ogni caso, visto che Renzi non ha i numeri perché ha 176 senatori contro a Palazzo Madama, Mattarella dovrebbe convocarlo al Quirinale come fece Napolitano con Berlusconi nel novembre 20 11».

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