Lotta alla droga. Alfano pronto a chiudere altre discoteche dopo il Cocoricò

4 Ago 2015 7:29 - di Redazione

«Più controlli, tolleranza zero Chiuderemo tutti i locali che non rispettano la legge. Non si tratta di risolvere il problema dello spaccio, ma di impedire che i locali notturni diventino vere e proprie centrali per l’approvvigionamento di sostanze proibite». Dunque conferma la linea dura? «Continueremo a prendere provvedimenti severi in materia di prevenzione e repressione, ma su un punto voglio essere chiaro: non esiste linea dura contro le discoteche, ma contro la vendita e la cessione di droga nelle discoteche. Fino a che i locali rimangono luoghi di divertimento, i gestori possono contare sulla collaborazione delle forze dell’ordine. Ma contro lo sballo che uccide adotteremo la tolleranza zero. Non possiamo rimanere a guardare i ragazzi distruggersi il cervello e rischiare la vita. Se non addirittura perderla».

«Contro lo sballo che uccide adotteremo la… tolleranza zero», dice Alfano

Intervistato da “Il Corriere della Sera”, Alfano promette: «Agiremo contro coloro che non rispettano la legge». Il provvedimento di sequestro del Cocorico è scattato dopo la morte di Lamberto Lucaccioni, un giovane di appena 16 anni. Non si poteva intervenire prima? «Questa sarà materia di ricorso». Lei parla di prevenzione. Che cosa state facendo? «Io ritengo che i controlli a tappeto nei locali dove più alto è il rischio di spaccio siano la strategia più efficace. Sono le questure a decidere le modalità operative. Ho emanato direttive affinchè vengano effettuati il maggior numero di interventi per verificare le con dizioni dei conducenti. Se vogliamo ottenere risultati, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti».

Dopo i fatti del Cocoricò, «Non possiamo rimanere a guardare»

I gestori del Cocorico lamentano un danno di oltre due milioni di euro causati dalla chiusura di quattro mesi. «Voglio essere chiaro nei confronti di chi fa impresa nel settore dell’intrattenimento: noi puntiamo alla collaborazione con loro perché riteniamo che la prevenzione aiuti il loro business. Credo che di fronte alla morte di un giovane di 16 anni per droga in una discoteca, oltre alla perdita per il Paese ci sia un grave danno proprio per l’immagine di chi gestisce i locali».

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