L’ironia di Rutelli: «Marino ai Caraibi? Io quando ero sindaco andavo ad Anzio»

27 Ago 2015 10:21 - di Monica Pucci

«Quello che è avvenuto se lo sono fatti da soli. Se fosse stato preparato un programma il Campidoglio avrebbe dettato l’agenda. Ora è evidente che lo Stato deve dare una mano robusta: manutenzione di base, organizzazione, sicurezza, trasporti». Lo dice a Repubblica l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli sottolineando che i commissari del governo ci vogliono, così come il sindaco Marino non dovrebbe restare negli Usa nelle ore in cui il governo prende una decisione politica su Roma. «Quando ero sindaco andavo ad Anzio e a Sabaudia, a un’ora di auto di distanza perché purtroppo i problemi di Roma sono tanti: non posso credere che Marino non torni per il consiglio dei ministri che deve prendere una decisione politica su Roma, non solo sui soldi ma anche sulla attribuzione dei compiti».

I timori di Rutelli per il Giubileo

Sul piano per il Giubileo, Rutelli spiega che “la città non doveva aspettare che il Vaticano, o il governo, le indicassero cosa fare”; “avendo pochi mesi mi sono sempre permesso di suggerire che occorre concentrarsi su manutenzione e legalità. Ma il progetto andava fatto a fine marzo: ora rischiamo grossi guai”. «Ci vuole un programma realistico per non rischiare che il Giubileo inizi con i cantieri aperti e i lavori non ancora ultimati”. Sulla polemica innescata dal funerale dei Casamonica, l’ex sindaco precisa che “a Roma la criminalità organizzata c’è sempre stata, come in quasi tutte le grandi città del mondo”, tuttavia “ora occorre l’incisività dell’azione dell’ amministrazione comunale e la reazione civica».

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