Dal blog di Grillo l’ultima offesa ai Marò: «L’Italia doveva ammettere le colpe»

24 Ago 2015 18:07 - di Bianca Conte

Marò, l’ultima dissertazione sull’intricato tema viene dal blog di Grillo nell’ambito del quale, un post a firma di Mario Albanesi in cui, tra pretestuosi errata corrige e discutibili inviti al mea culpa, si sostiene che «la questione dei Marò è stata condotta dai governi italiani in modo assurdo, come se l’Italia fosse uno Stato imperialista», o che gli esecutivi che si sono fin qui succeduti avrebbero dovuto «procedere» con molta umiltà, «rispettando anzitutto la giustizia indiana, ammettere le colpe, riconoscere l’avventatezza dell’operazione, assumersi in solido tutte le responsabilità con le famiglie dei pescatori, invocare le attenuanti dei difficili tempi che viviamo».

Il post sul blog di Grillo

Altro che Amburgo e l’Aja. Altro che New Delhi e Strasburgo: come appare più che evidente, i nodi da sciogliere sono tanti – troppi – anche qui in Italia. E questa sentenza emanata dal Tribunale del mare di Amburgo lo conferma una volta di più, nel momento in cui ha dato la stura a una serie di ipotesi giuridiche a dir poco fantascientifiche; a commenti francamente incondivisibili; a polemiche strumentali e a ingarbugliate visioni politiche, oltre che a un grappolo di discutibili proposte risolutive, avanzate da opinionisti e polemisti di ogni ordine e grado. E allora, come possiamo sperare di strappare Girone alla detenzione in India a cui è costretto ormai da più di tre anni? Come pensare di riuscire a trattenere il collega Latorre, colpito proprio durante la permanenza forzata nel gigante asiatico da una grave emorragia cerebrale, e su cui grava la spada di Damocle del ritorno coatto a New Delhi, se i primi a dubitare dei loro diritti sono proprio coloro i quali hanno la facoltà di scrivere e divulgare on line il proprio pensiero “controcorrente” e lesivo dell’immagine e delle ragioni dei nostri due militari? Primi tra tutti, naturalmente, Grillo e i suoi, sempre pronti a non smentirsi mai.

Il j’accuse di Albanesi

Così, sul blog dell’ex comico genovese, in un post firmato come detto da Mario Albanesi, leggiamo esortazioni all’ammissione di colpe – (ma quali? Quelle di aver agito durante una missione antipirateria con il mare infestato da possibili terroristi e minacciosi pirati?) – oltre a suggerimenti procedurali di varia natura, dal giuridico al comportamentale. Con tanto di attenzione psicologica per cosa potrebbe aver «irritato particolarmente l’apparato giudiziario indiano» che, a detta di Albanesi, potrebbe essere stato «l’atteggiamento negazionista che metteva in dubbio le responsabilità dei due militari che, per aver fatto secchi all’istante i due pescatori indiani senza neppure ferirli, devono aver sparato a zeffunno, come direbbero i napoletani, una quantità esorbitante di proiettili»… Sarebbe già più che abbastanza, ma non poteva mancare la stoccata del post al governo, accusato di aver aver agito «senza averne neppure la forza e tanto meno il diritto, all’americana: per cui i militari Usa del Cermis che giocavano alla guerra ce li processiamo noi negli Usa e zitti e mosca perché noi siamo noi e voi invece…». Ma, viene da chiedersi, tutta questa veemenza politica e arroganza diplomatica esercitata a detta del post pubblicato dal blog di Grillo dagli esecutivi di centrosinistra che si sono fin qui succeduti nell’affrontare il caso, Albanesi da cosa l’ha desunta? Dalla retromarcia di Mario Monti pronto a rispedire i due marò in India non appena il governo centrale di New Delhi ha fatto la voce grossa, o dalla paziente obbedienza militare imposta ai due sventurati fucilieri di Marina a furia di trattative diplomatiche concluse sempre in un nulla di fatto?

 

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