Cina, arrestati sette cristiani: si sono rifiutati di rimuovere la Croce

5 Ago 2015 18:29 - di Redazione

La Cina del presidente Xi Jinping – che negli ultimi tre anni ha accentrato il potere nelle sue mani e ha ristretto gli spazi di libertà della società civile – lancia segnali contraddittori sulla sua politica verso la religione. Mentre martedì, dopo tre anni di gelo tra Vaticano e Pechino, è stata annunciata la nomina di un vescovo riconosciuto dalla Santa Sede, padre Zhang Yinlin, in un gesto sicuramente distensivo, le autorità della provincia dello Zhejiang (Cina orientale) hanno confermato la “linea dura” ordinando l’arresto del popolare pastore protestante Bao Guohua, di sua moglie e di cinque fedeli della Holy Love Christian Church di Jinhua.

Cina, nella provincia dello Zhejiang odine di rimuovere tutte le Croci

La loro colpa, sostengono gli avvocati, essersi rifiutati di rimuovere una croce dalla chiesa, come era stato loro ordinato dal governo provinciale. Bao Guohua e gli altri fedeli sono stati arrestati ufficialmente con l’accusa di appropriazione indebita. I loro legali hanno però raccontato che le autorità dello Zhejiang avevano ordinato a tutte le chiese di rimuovere le croci, affermando che si tratta di costruzioni illegali e pericolose. I protestanti sostengono invece che si tratta di un attacco alla libertà religiosa. Secondo i loro avvocati, il pastore e gli altri protestanti sono stati arrestati nel quadro di una “campagna di diffamazione” portata avanti dalle autorità.

I difficili rapporti tra la Cina e il Vaticano

Di tutt’altro segno invece la nomina di padre Zhang Yinlinche che giunge dopo tre anni difficili tra Santa Sede e governo che si sono scontrate proprio sulla questione della nomina dei vescovi. L’ultima nomina prima di quella di Zhang a vescovo ausiliario della Chiesa cattolica cinese era stata quella di Ma Daqin a Shanghai, nel 2012. Nel suo discorso di accettazione della nomina, Ma Daqin annunciò le sue dimissioni dall’ Associazione Patriottica dei Cattolici Cinesi – l’ organismo statale addetto al controllo dei cattolici – e per questo fu messo agli arresti domiciliari, condizione nella quale rimane ancora oggi. L’ Associazione Patriottica ritiene di avere diritto a nominare i vescovi, mentre al Papa è riconosciuta solo la leadership “spirituale” della Chiesa. L’ autorità ultima, per l’ Associazione, è il governo cinese, non la Santa Sede. Pechino e il Vaticano non hanno relazioni diplomatiche dal 1951, quando il primo governo comunista della Cina espulse il Nunzio Apostolico che da allora risiede a Taiwan, l’isola di fatto indipendente dal 1949 che Pechino rivendica come parte del suo territorio. Papa Francesco non ha nascosto l’importanza che attribuisce ai rapporti con Pechino evitando, l’anno scorso, di ricevere il Dalai Lama, che era a Roma per un convegno internazionale. Il leader tibetano e premio Nobel per la pace è considerato un pericoloso secessionista da Pechino.

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