Cassazione: è reato costringere la moglie a sesso la prima notte di nozze

14 Ago 2015 17:55 - di Redazione

Ci sono uomini che ancora pretendono dalle moglie l’adempimento di presunti doveri sessuali, anche con la violenza, ma la Cassazione ha confermato nel caso di una coppia di Roma che lo ‘ius primae noctis’ (diritto della prima notte) non esiste ed anzi è reato. La vicenda viene resa nota dall’avvocato Gianluca Arrighi, difensore della donna, a una settimana dal deposito della sentenza della Suprema Corte. Lui 43 anni, tecnico informatico, lei 29 anni e disoccupata: si erano sposati nel 2010. Durante la prima notte di nozze, l’uomo aveva obbligato la moglie ad avere rapporti sessuali. La donna (che tra l’altro in quei giorni aveva il ciclo mestruale, racconta il legale) si era rifiutata, ma era stata fisicamente costretta dal marito.

Per la Cassazione non esiste lo “ius primae noctis”

Il matrimonio, rivelatosi un incubo per la moglie, era terminato dopo soli tre mesi con la separazione e la donna aveva in seguito sporto querela per violenza sessuale. L’uomo in primo grado era stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione, condanna poi confermata in appello. Adesso sono arrivate le motivazioni della Suprema Corte. “Se è vero che l’unione matrimoniale si fonda anche sui doveri di soddisfazione sessuale reciproca” – scrivono i giudici -, è altrettanto vero che l’articolo 609 bis del codice penale vieta qualsiasi forma di costringimento idoneo a incidere sulla libertà di autodeterminazione della persona, a nulla rilevando l’esistenza di un rapporto di coppia coniugale”. “Il rifiuto di un coniuge a consumare rapporti sessuali con l’altro, se reiterato ed ingiustificato, è una condotta valutabile soltanto ai fini di un eventuale addebito della separazione, ma non può mai giustificare atti di violenza”, ha detto l’avvocato Arrighi.

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