Il vigliacco blitz dei “rossi”: sputi e insulti nel bar con i cimeli del Duce

28 Lug 2015 13:21 - di Robert Perdicchi

Foto di Benito Mussolini alle pareti, un calendario del Duce, fasci littori, citazioni fascistecimeli della X Mas. Tutto preso di mira, strappato o danneggiato da chi non gradiva, da tempo, quel bar dal nome cinematografico, “Colazione da Tiffany“, e quella coregografia in stile Istituto Luce in quell’angolo di nostalgia, tra un’aranciata e un Martini: lì perfino l’aquila della Repubblica sociale sulla macchina del caffè è stata oggetto di “attenzione” da parte dei “rossi”,  probabilmente militanti dei centri sociali sociali e pseudopartigiani moderni., che fine settimana si sono presentati nel locale di Bergamo gestito da Vinicio Morzenti (nella foto): hanno minacciato, insultato e preso a cinghiate i suoi familiari (lui era assente in quel momento) ordinando loro di rimuovere tutti i simboli del Ventennio, non senza sputare a sua moglie. “Erano in sei, cinque uomini e una donna”, ha raccontato Vinicio, “colpevole” di aver allestito un bar fascista, peraltro molto frequentato, senza adeguarsi agli ordini dei comunisti.

Il Duce, ma anche CasaPound

Nei giorni scorsi il bar, nel centro a Bergamo, era stato al centro di polemiche dopo la lettera inviata da una cittadina, che chiedeva un intervento delle forze dell’ordine per far rispettare la Costituzione. Ma nel mirino c’era anche CasaPound, che spesso riunisce in quella sede, in via San Bernardino, i suoi militanti: distrutti volantini e adesivi. “È scandaloso e inaccettabile, ancora prima che illegale — si leggeva nel volantino anonimo, diffuso  dai giovani di un centro sociale nei giorni scorsi —, che in un’attività di pubblico servizio vengano supportate attività che inneggiano al fascismo. Come le riunioni di Casa Pound, famosa per le aggressioni a immigrati e oppositori». Polemiche che in passato hanno investito, per gli stessi motivi, altri esercizi di ristorazione.

Ma Vinicio accoglie gay e immigrati

Eppure, il titolare, Vinicio Morzenti, ha specificato che nel suo locale “entrano tranquillamente anche extracomunitari e gay”. Quindi? Qual è il problema? La presunta apologia del fascismo, secondo gli aggressori, che il titolare ha scelto di denunciare: «Non faccio perdere tempo alla Questora con gente che si comporta in un certo modo. Certo, se dovesse succedere ancora, non la farò passare. Sono fiero di essere fascista, orgoglioso di appartenere a Casa Pound. Ma il mio locale è frequentato da extracomunitari e da gay, categorie di persone che stimo, rispetto e con le quali sono in ottimi rapporti».

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