Tunisia, è crisi per la fuga dei turisti: atteso un nuovo attentato islamico

10 Lug 2015 18:59 - di
Una protesta di piazza a Tunisi

Al via oggi i voli di rimpatrio dei turisti britannici dalla Tunisia, dopo l’indicazione di lasciare il Paese giunta poche ore fa dal Foreign Office sulla base del timore che un nuovo attacco terroristico possa essere altamente probabile. Lo riferisce la Bbc. L’avvertimento fa seguito all’attentato del 26 giugno sulla spiaggia di Sousse in cui sono state uccise 38 persone, inclusi 30 cittadini del Regno Unito in vacanza. Fino a giovedì si trovavano ancora in Tunisia fra 2500 e 3000 britannici di gruppi organizzati e 300 turisti individuali. Comunque sia, l’attacco terroristico a Sousse sta determinando un tracollo dell’industria turistica tunisina che, secondo le stime fatte dagli esperti, ha già perso un milione di pernottamenti e, con essi, un flusso di valuta pregiata di cui il Paese ha disperatamente bisogno. Il dato è stato fornito dal ministro del Turismo, Salma Elloumi Rekik, spiegando che da molti Paesi sono stati sospesi i voli diretti verso la Tunisia, mentre altri, per consentire ai propri cittadini di raggiungere le località tunisine, pretendono elevate garanzie di sicurezza, oltre quelle già attuate dal governo. Per Salma Elloumi Reki, che dal suo insediamento si è strenuamente battuta per rilanciare il turismo tunisino, il contraccolpo economico dell’attacco di Sousse, ovvero i mancati introiti, potrebbero toccare, nel 2015 un miliardo di dinari, più di 500 milioni di euro.

La Tunisia rafforza i confini con l’Algeria temendo infiltrazioni fondamentaliste

Intanto si apprende che sarebbero più di 5000 gli jihadisti tunisini nelle zone di combattimento arruolati tra le fila dello Stato Islamico e delle altre organizzazioni terroristiche. Di questi, circa 4000 in Siria, tra 1000 e 1500 in Libia, 200 in Iraq, 60 in Mali e 50 nello Yemen e 625 rientrati in Tunisia in attesa di essere processati. Questi i dati pubblicati da un rapporto elaborato dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu (Unchr) che ha concluso a Tunisi un seminario di inchiesta sul fenomeno dei mercenari e dei combattenti stranieri nei vari Paesi. Intanto unità dell’esercito tunisino sono state mobilitate questa settimana verso il confine con l’Algeria, con l’obiettivo di dissuadere eventuali incursioni terroristiche. Lo riferisce il quotidiano algerino El Watan citando fonti militari. Il provvedimento si inserisce nell’ambito delle misure antiterrorismo annunciate dal governo tunisino in seguito all’attentato terroristico del resort di Sousse. Un decreto della presidenza della Repubblica tunisina pubblicato sulla gazzetta ufficiale ha esteso le zone militarizzate del Paese da ora fino alla fine delle operazioni previste in dette aree. Le zone militari chiuse sono sparse in diverse aree del Paese, tra il governatorato di Kasserine, non lontano dal confine algerino e quello del Kef, oltre alle regioni del Sahara e quelle lungo confini con Libia e Algeria. Le predette zone militari sono: i monti Chaambi, Semmama, Salloum e Mghila e tutte le regioni limitrofe di Kasserine. I monti Khecham El Kalb, Eddouleb, Abdeladhim, Tam Smida, Dirnaya, Tioucha, Lajred (Kasserine) e i monti Ouergha e Kassar El Kallel (Kef) e zone limitrofe.

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