Svimez, Sud a rischio povertà. E la minoranza dem chiede il conto a Renzi

30 Lug 2015 13:12 - di Redazione

Sud al collasso, praticamente a rischio sottosviluppo, natalità ai minimi storici, occupazione ferma ai dati del 1997. È un quadro a dir poco preoccupante quello che emerge nel rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2015. «Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente». Una fotografia che ha sollevato l’allarme del mondo politico e la reazioni durissima della minoranza dem che punta l’indice contro gli impegni non mantenuti dal premier e dal governo.

Sud al collasso

Numeri alla mano, dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto del 13% la metà della Grecia che ha segnato +24%: oltre 40 punti percentuali in meno della media delle regioni Convergenza dell’Europa a 28 (+53,6%)». Non solo ma i dati Svimez sottolineano che, nel stesso periodo, l’Italia nel suo complesso è stato il Paese con meno crescita dell’area euro a 18 con il +20,6% a fronte di una media del 37,3%. Anche l’occupazione è caduta: il numero degli occupati nel Mezzogiorno, ancora in calo nel 2014, arriva a 5,8 milioni, il livello più basso almeno dal 1977, anno di inizio delle serie storiche Istat».

Tsunami demografico

Nel 2014 al Sud si sono registrate solo 174 mila nascite, livello al minimo storico registrato oltre 150 anni fa, durante l’Unità d’Italia: il Sud sarà interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili. Secondo le previsioni dell’istituto Svimez il Sud è quindi destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, arrivando così a pesare per il 27,3% sul totale nazionale a fronte dell’attuale 34,3%”, sottolinea il rapporto. In dieci anni inoltre, dal 2001 al 2014, sono migrate dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord oltre 1,6 milioni di persone, rientrate 923 mila, con un saldo migratorio netto di 744 mila persone, di cui 526 mila under 34 e 205 mila laureati. Nascite in calo anche al Centro-Nord e, per la prima volta, anche nelle coppie con almeno un genitore straniero, che in precedenza avevano invece contribuito ad alimentare la ripresa della natalità nell’area.

Cuperlo attacca Renzi

L’attenzione del governo al Mezzogiorno è «marginale», la spesa dei fondi europei «è ancora al palo», le promesse «sono disattese». Con queste premesse  Roberto Speranza e Gianni Cuperlo hanno rivolto un’interpellanza a Matteo Renzi e ai ministri Pier Carlo Padoan e Graziano Del Rio inchiodandoli a tre precise domande. La prima: «Se non ritengano che l’azione del governo sia stata obiettivamente contrastante con gli indirizzi programmatici, ripetutamente espressi dallo stesso presidente del Consiglio, volti a accelerare il più possibile la spesa dei fondi». La seconda: «se non ritengano o necessario rivedere la scelta di non avvalersi di un Ministro per la Coesione Territoriale. La terza: «Se non ritengano altresì necessaria una maggiore attenzione complessiva al problema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, attualmente marginale nell’azione del governo, come componente centrale e ineludibile della strategia per la ripresa complessiva del Paese».

 

 

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