Nuovo scandalo a Roma: inquilini nelle case del Comune senza diritto

9 Lug 2015 17:30 - di Priscilla Del Ninno

Le case del Comune a Roma? Un business incredibile per chi le abita non avendone diritto, un deficit incolmabile per le già disastrate casse del Campidoglio, una vergogna sociale che si è perpetrata troppo a lungo. È di queste ore la notizia – dopo la pubblicazione dei vari capitoli dello scadalo romano di Affittopoli desolantemente attesa peraltro – di una lista di 743 «utilizzatori di case pubbliche» senza titolo: perché occupanti abusivi (due terzi del totale), oppure perché proprietari di immobili, o con redditi superiori ai limiti. Roba da far sembrare gli ormai datati “furbetti del quartierino” protagonisti da favole per bambini…

Case del Comune a Roma: lo scandalo continua

Già nei mesi scorsi il “vaso di Pandora” era stato scoperchiato a dovere da diverse inchieste riservate all’argomento dai media di centrodestra: report e approfondimenti che avevano portato a galla un sommerso inaccettabile in cui sguazzavano “nonne boss” pronte a destinare dietro lauto compenso immobili contesi agli immigrati; subaffitti a dir poco illeciti, o case con vista in pieno centro capitolino, affittate ai “privilegiati” di turno per pochi spiccioli. Oggi, dunque, l’ultima appendice – per il momento? – scoperta dal dipartimento Casa del Comune di Roma attraverso il proprio nucleo di polizia municipale. Si tratta di 320 alloggi di proprietà dell’amministrazione Capitolina, 423 di alloggi Erp «per i quali si è concluso il procedimento amministrativo previsto dall’ordinamento giuridico, dopo il quale scattano le procedure di sgombero – spiegano dal Campidoglio –. A volte gli accertamenti hanno fatto emergere anche dei casi eclatanti di vendita abusiva di case pubbliche o di carte falsificate ad arte. I vigili hanno trovato addirittura annunci pubblicati su Internet per «cessioni di casa comunale causa trasferimento». Ad aprile gli uomini della Polizia Locale, guidati dal Comandante Maggi – continuano gli agenti – hanno effettuato l’accesso in una di queste case trovando all’interno un uomo che ha dichiarato di essere subentrato pagando 33.000 euro alla precedente occupante, a sua volta abusiva, la quale pagava l’indennità di occupazione. È stato eseguito il sequestro dell’appartamento, denunciando l’occupante e la precedente inquilina per truffa». Insomma, è evidente che è praticamente impossibile citare nella sua completezza di dati e informazioni, ragguagli e aggiornamenti, quello che è un vero e proprio elenco di casi e situazioni della vergogna e della beffa, corredato di esposti e interrogazioni sugli «immobili comunali» regalati fin qui in affitto a inquilini “fortunati” e prossimi ad essere svenduti dal Campidoglio per far cassa.

Case del Comune a Roma, al via la vendita

Un argomento conosciuto e affrontato in diverse occasioni, e da più parti, già nei mesi scorsi, in particolare dal quotidiano romano Il Tempo, che aveva pubblicato a più riprese articoli e approfondimenti sullo scandalo delle case nei quartieri più centrali e nelle strade più esclusive della capitale e in parte messe in vendita per fare cassa. Uno scandalo che ha fatto tremare non poco le fondamenta dell’amministrazione capitolina capitanata da Ignazio Marino. «Le casse comunali hanno estremo bisogno di liquidità (chissà perché!) – scriveva nei mesi scorsi il quotidiano romano di piazza Colonna – e il Campidoglio ha deciso di mettere in vendita ben 571 fra immobili residenziali e non residenziali, più altre 166 pertinenze. L’intenzione è ricavare poco meno di 309 milioni di euro, agevolando gli inquilini, anche quelli morosi (…)». E così, puntuale, arriva l’annuncio che nell’arco delle prossime 24 ore sarà pubblicata un’asta attraverso cui si mettono in vendita 35 immobili del patrimonio disponibile del Comune di Roma. Si tratta di una prima parte dei beni indicati nella delibera approvata dall’assemblea capitolina che consente la vendita dei beni immobili capitolini. Gli edifici messi all’asta sarebbero: 8 abitazioni, 16 negozi e botteghe, 8 magazzini o depositi, 1 albergo, 1 ufficio e 1 area. Da notare che, oltre la metà di questi immobili, si trova nel territorio del I municipio e alcuni in zone di particolare pregio: da piazza Navona a Trastevere. La base d’asta per i 35 immobili è di circa 16 milioni e 500 mila euro: una pezza che non potrà coprire comunque la voragine della grave malagestione di un patrimonio unico svilito. Regalato in nome di false indigenze o di chissà quali agganci per cifre irrisorie. Come nel caso di quelle case di 150 metri quadri pagate 5000 euro l’anno, oppure di quei più modesti, ma non meno esclusivi, 75 metri quadri per i quali il “fortunato” di turno ha versato al Comune 234 euro per ciascun anno.

 

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