Salvini sicuro: “Anche Silvio ha capito che bisogna uscire da UE ed euro”

5 Lug 2015 8:45 - di Redazione
pil lira euro

Silvio Berlusconi ha capito l’importanza di ripensare l’Unione europea e l’euro, ma è «circondato da chi è spaventato : se ci vuole dare una mano perfar passare il messaggio sulle sue tv, bene». A dirlo è Matteo Salvini, segretario federale della Lega nord, durante il suo intervento al convegno «Euro o libertà» organizzato da alcuni esponenti leghisti a Milano, come riportato da “Il Tempo”.

Secondo Salvini, anche il leader di Forza Italia è pronto per una battaglia anti-europeista

Il segretario della Lega nord ricorda quando aveva incominciato a manifestare dubbi sulla moneta unica europea: «Due anni fa – dice – quando abbiamo iniziato a mettere in discussione l’euro eravamo considerati da ricoverare», oggi, invece, la Lega raccoglie consenso. «Chi sta parlando sulla Grecia?», si chiede poi il leader del Carroccio: «Prodi e i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, compiici assoluti del disastro che in Italia e in Europa si sta vivendo».

Salvini attacca Prodi e la triplice sindacale, complici del disastro italiano

Salvini conclude scherzando e dice che per la regola «dimmi con chi vai, ti dirò chi sei, non vado con questi signori». Secondo il leder del Carroccio, per negare la possibilità di riconsiderare l’euro «o si è ignoranti o in mala fede, ma meglio essere ignoranti perché si può imparare. Penso – conclude Salvini – che ci governino persone in malafede che hanno capito». A proposito dei ripensamento sull’euro, aggiunge Salvini, «peggio è aver capito, ma rispondere a interessi di altri».

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A Salvini ha replicato Maurizio Sacconi, senatore Ncd e presidente della Commissione lavoro di palazzo Madama. «A proposito di malafede, Salvini sa bene che l’euro rappresentaunoscudoessenziale soprattutto per un Paese che ha accumulato un grande debito e lo deve collocare in mercati finanziari spesso instabili – ha spiegato – Abbiamo peraltro già pagato il dazio di ingresso e finalmente dotato di poteri la  BCE in modo da controllare il cambio per sostenere le esportazioni e da proteggere gli Stati membri daogni attacco speculativo . La vicenda greca è indicativa delle conseguenze dell’avventurismo politico per cui auguriamo al suo popolo una scelta di stabilità, premessa obbligata per costruire la crescita».

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