Maltrattavano anziani di una casa di riposo: scoperti grazie alle telecamere

10 Lug 2015 12:26 - di Redazione

Maltrattamenti fisici e morali e lesioni nei confronti di anziani degenti, anche affetti da gravi patologie e non autosufficienti, di una casa di riposo a Prato: queste le ipotesi di reato per un’inchiesta della squadra mobile di Prato che ha portato all’esecuzione di misure cautelari della sospensione dal pubblico servizio nei confronti di nove tra infermieri della Asl e sette dipendenti di una cooperativa, Astir, per lo più donne. Altri quattro dipendenti sono indagati. In molti casi, si spiega dalla polizia, i ricoverati avrebbero subito anche furti di denaro. La polizia aveva piazzato di nascosto telecamere in nove camere della casa di riposo. La struttura è la residenza sanitaria assistita (rsa) di Narnali, che conta 50 posti letto.

 Anziani maltrattati, in nove sospesi dal lavoro

L’attività investigativa, svolta anche con l’ausilio della direzione Sanitaria della Asl 4 di Prato, ha messo in luce, si spiega in una nota, «una situazione grave, di umiliazione continua degli anziani, anche in momenti delicati della loro vita, e un contesto generalizzato di tali condotte. Quotidiani erano i maltrattamenti fisici e morali nei confronti dei degenti, sottoposti, senza alcun motivo, a strattonamenti e a condotte lesive della loro integrità fisica. Altrettanto quotidiani erano le condotte di dileggio e ingiuria verso gli ospiti della residenza, che denotano una costante volontà vessatoria nei confronti dei malati». Le misure cautelari riguardano la sospensione dall’esercizio di pubblico servizio per periodi da sei mesi a un anno: i destinatari dei provvedimenti sono residenti tra le province di Prato e Pistoia.

L’indagine

A condurre l’indagine, durata circa due mesi, è stata la squadra mobile di Prato, diretta da Francesco Nannucci: gli accertamenti sono partiti dopo alcune segnalazioni anonime. Sono state poi raccolte le testimonianze di due tirocinanti della scuola di specializzazione infermieristica e piazzate le telecamere che hanno ripreso comportamenti definiti dagli investigatori «deprecabili da parte degli indagati». Proprio in seguito alle riprese sui maltrattamenti la polizia ha deciso di intervenire nella struttura per accertamenti, senza peraltro svelare il reale motivo, ottenendo l’effetto di far cessare immediatamente gli abusi: dalle intercettazioni telefoniche si evince che gli operatori indagati hanno diffuso un allarme tra di loro circa un possibile interessamento delle forze dell’ordine. Secondo quanto spiegato dal vicecommissario dell’Asl, Simona Carli, la convenzione con la cooperativa sarà sospesa immediatamente, e in via cautelare anche tutto il personale della Asl sarà sostituito.

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